Fonte: Stato Maggiore Esercito
Gli Alpini abruzzesi del 9° reggimento, di stanza all’Aquila, partono per il Kosovo, dove assumeranno, tra dieci giorni circa, la guida del regional command West, avvicendando il Piemonte Cavalleria, nell’ambito dell’operazione “Joint Enterprise”, la più consistente operazione NATO attualmente in essere.
Le penne nere d’Abruzzo, appartenenti alla brigata alpina “Taurinense”, dopo aver concluso lo scorso mese di dicembre tutto l’iter addestrativo partiranno nei prossimi giorni per raggiungere il teatro operativo kosovaro, riportando la loro Bandiera di Guerra nei Balcani.
Gli alpini del Nono reggimento si sono approntati a partire dallo scorso mese di settembre, quando sono stati impiegati a Civitavecchia, nell’esercitazione “Orione 2/2022”, tesa alla validazione dello staff italiano che comporrà il regional command West e sarà basato a Belo Polje, piccolo centro non distante da Pec. Successivamente, hanno partecipato all’esercitazione multinazionale KFOR31, svolta in Germania, nell’ambito di una mission reharsal exercise basata proprio sullo scenario kosovaro. Nel mese di ottobre e novembre, poi, la componente operativa si è esercitata, ottenendo la validazione a seguito delle esercitazioni pluriarma “Scorpione 4/2022” e “Laran 2022”, a cui hanno partecipato anche altri assetti appartenenti alla brigata alpina “Taurinense”.
Sotto il comando del colonnello Mario Bozzi, comandante di reggimento, gli alpini abruzzesi assumeranno la responsabilità della parte ovest del Kosovo, garantendo anche la sicurezza del Monastero di Decane, la più grande chiesa medievale dei Balcani contenente l’affresco di origini bizantine meglio conservato ad oggi e Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO dal 2004.
Nell’ambito del Regional Command West, composto da differenti nazioni – Austria, Croazia, Moldavia, Nord Macedonia, Polonia, Svizzera, Turchia oltre che Italia – gli alpini abruzzesi avranno il compito di garantire sicurezza, stabilità e libertà di movimento nel proprio settore di operazione, secondo quanto previsto dalla Risoluzione 1244 delle Nazioni Unite del 1999, favorendo così il processo di dialogo tra Serbia e Kosovo promosso dall’Unione Europea.
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