Fonte: Albero MORERA
L’11 gennaio del 1948 in Mogadiscio furono trucidati 54 Italiani di ogni età e 14 Somali che avevano tentato di aiutarli. La Somalia era allora sotto amministrazione inglese, molto irritata per il grande successo di una manifestazione pubblica pro Italia. L’amministrazione inglese aveva accusato la comunità italiana di irresponsabilità, aggiungendo velate minacce.
Somali appartenenti a cabile lontane erano liberamente affluiti armati in città e dopo la S. Messa domenicale si diedero al saccheggio ed al massacro. La gendarmeria somala comandata dagli Inglesi, schierata non lontano dalla zona delle violenze, non intervenne, salvo iniziative di singoli. Anzi, secondo testimonianze dei sopravvissuti alcuni gendarmi si erano uniti al saccheggio e fra gli assassini fu notato un europeo. Funzionari inglesi rifiutarono di accogliere presso di loro Italiani che cercavano di sfuggire alla morte. All’arrivo di Somali delle cabile locali gli assassini si ritirarono con il bottino, servendosi anche di autocarri. La gendarmeria non li fermò.
Gli Inglesi non ammisero mai le loro responsabilità.
Questo atto infame fu vano, perché la comunità internazionale affidò all’Italia l’amministrazione fiduciaria della Somalia per un decennio, al fine di organizzare il paese in vista dell’indipendenza.
Oggi, come ogni anno, in Roma alle ore 11 nella cripta della chiesa del Perpetuo Suffragio. ricorderemo le vittime e pregheremo per loro.
@Albero MORERA