GHETTO PER I SERBI – CACCIATI DA 312 INSEDIAMENTI: INSIEME ALLA RICHIESTA DA PRESENTARE ALLA KFOR, LA SERBIA PRESENTERÀ ANCHE AMPIO MATERIALE SULLA PERSECUZIONE DEL NOSTRO POPOLO

Novosti – novosti.rs

Giovedì, dopo la sessione del governo, la SERBIA invierà una richiesta alla KFOR per il ritorno del numero concordato delle forze di sicurezza serbe secondo la risoluzione 1244, ha annunciato ieri il presidente Aleksandar Vučić.

Insieme a quella richiesta, il nostro Paese ha preparato decine di pagine di dati devastanti che confermano la pulizia etnica della popolazione serba e di altre popolazioni non albanesi in Kosovo e Metohija durante gli ultimi due decenni di presenza internazionale.

Nella lettera inviata dal nostro Paese, si sottolinea che esiste una continua minaccia pluridecennale alla vita, alla sicurezza e alla sopravvivenza del nostro popolo in Kosovo e Metohija, che ha raggiunto proporzioni tali da richiedere un’azione urgente e immediata da parte del presenza di sicurezza internazionale e tutte le altre entità nei confronti delle forze degli albanesi del Kosovo, perché dall’istituzione della missione, 312 insediamenti sono stati sottoposti a pulizia etnica.

Pur mettendo in guardia la KFOR sulla situazione allarmante, la parte serba indica l’immagine secondo la quale i restanti serbi in Kosovo e Metohija oggi vivono in un ghetto, circondati da filo spinato, senza possibilità di libera circolazione. Un chiaro esempio è la comunità dei serbi a Orahovac, che rappresenta gli “ebrei moderni”, così come diverse donne serbe a Gjakova che si trovano nella “prigione urbana”, mentre Gjakova è stata semi-ufficialmente dichiarata “città proibita” per i serbi.

La sicurezza e la sopravvivenza dei serbi, come affermato, è direttamente minacciata dalla sistematica negazione del loro diritto di usare la loro lingua madre serba, perché i serbi non possono ottenere alcun documento o regolamento nella loro lingua.

A sostegno della distruzione sistematica della sopravvivenza dei serbi, si afferma che fino al giugno 1999 vivevano in totale 372.444 membri di comunità non albanesi, di cui 239.761 serbi. Pochi mesi dopo il dispiegamento della KFOR, ben il 56 per cento del numero totale di non albanesi ha lasciato la provincia: 209.068, di cui 156.565 serbi.

Dal 1999 al 2002, con l’uso della violenza da parte di gruppi armati di albanesi del Kosovo, sei delle sette aree urbane in cui i serbi erano la maggioranza prima del conflitto sono state completamente pulite etnicamente. A sud dell’Ibar, su 437 luoghi abitati in cui vivevano i serbi, furono sgomberati 312 insediamenti, interamente a Decani, Đakovica, Klina, Uroševac, Suva Reka…

14 INVASIONI ILLEGALI NEL NORD dal 2013.

Nella richiesta, la SERBIA ha ricordato alla comunità internazionale che con il primo accordo tra Belgrado e Pristina, la sicurezza della maggioranza delle persone è stata assicurata attraverso la creazione di una direzione regionale di polizia guidata da un serbo, che la struttura etnica deve riflettere la struttura del regione, composta per il 95% da serbi. Prishtina ha promesso di non poter inviare le sue forze di sicurezza nel nord senza l’invito e l’approvazione del comandante della direzione, del comandante della KFOR, nonché dei sindaci di quattro comuni serbi. Indicando una grave violazione dell’accordo, si afferma che dal 2013 al 2022 sono state registrate 14 incursioni illegali di questo tipo da parte delle forze di parapolizia delle istituzioni temporanee di Pristina.

https://www.novosti.rs/vesti/politika/1181923/geto-srbe-oterani-312-naselja-zahtev-koji-podneti-kfor-srbija-dostaviti-obiman-materijal-progonu-naseg-naroda

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