Fonte: Polizia di Stato
Gli arresti eseguiti oggi dalla polizia di stato confermano la sostanziale inefficacia del periodo di detenzione carceraria, ai fini della interruzione effettiva del rapporto tra il detenuto condannato per reato di associazione mafiosa e l’organizzazione criminale di appartenenza.
Come si è avuto modo di riscontrare in casi analoghi, colpisce che uno degli odierni indagati, dopo aver scontato una pena ultradecennale per reati della stessa specie, una volta scarcerato, abbia ricominciato a consumare gli stessi reati, permanendo nella posizione apicale, occupata all’atto dell’originario arresto, nell’ambito della famiglia mafiosa di Altarello. La questione della specialità dei condannati per appartenenza ad associazioni mafiose appare di estrema attualità e di essa va tenuto conto, adeguatamente, nell’ottica di un bilanciamento con le vigenti garanzie costituzionali, per ogni futuro intervento sulla condizione carceraria degli appartenenti a cosa nostra.
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