17 Novembre 2020: FONTE -GdF Comando prov.le Livorno-
Il nome dell’operazione, “TIME OUT”, diretta dalla Procura di Livorno e condotta dalla Guardia di Finanza,
nasce dal “linguaggio in codice” che i pusher usavano per comunicare tra loro, ore e minuti che in realtà
dissimulavano la quantità e il costo della droga. È quello che avveniva in alcuni quartieri di Livorno
interessati dalle attività investigative condotte dalle Fiamme Gialle: da piazza Garibaldi, già sotto la lente
d’ingrandimento delle Forze dell’Ordine, ad Antignano sul lungomare labronico, dalla periferia nord all’area
industriale di Stagno, fino ad arrivare a Ospedaletto in provincia di Pisa. Un’azione che ha consentito ai
finanzieri della 1ª Compagnia di Livorno di smantellare una rete di pusher italiani, nord-africani e dominicani
dediti abitualmente allo spaccio di sostanze stupefacenti.
Le indagini, sotto la guida del Sostituto Procuratore della Repubblica di Livorno, dott.ssa Sabrina
Carmazzi, hanno condotto tra l’altro a un terreno, in zona Picchianti, utilizzato per la coltivazione di
marijuana. Sequestrate le 20 piante di cannabis lì rinvenute. Inoltre, grazie all’utilizzo di intercettazioni sia
telefoniche che ambientali sono state monitorate 1.800 cessioni di droga destinate al consumo personale
di assuntori abituali, tra i quali purtroppo 11 minorenni.
Alcuni pusher si avvalevano degli stessi clienti per ampliare la loro rete di spaccio e occultare quantitativi di
droga presso le abitazioni di questi ragazzi, responsabili ma anche vittime di un sistema che li vedeva nel
ruolo sia di consumatori, sia a loro volta di spacciatori di circostanza, in cambio di piccole somme di denaro
o di stupefacenti per uso personale.
Emblematico il caso di un papà livornese, classe 1994, che, per passare inosservato ed eludere eventuali
controlli, si era recato a un incontro per lo scambio di droga con la figlia neonata nel passeggino. In una sola
settimana, ha occultato presso la propria abitazione, in diverse tranche, oltre 6 chili di hashish. In un’altra
occasione deteneva in casa una borsa frigo con all’interno 3 chili di hashish suddivisi in 29 panetti. Soggetto
dall’alto profilo criminale, oltre a essere stato tratto in arresto, è stato denunciato anche per evasione,
avendo violato la misura cautelare successivamente disposta degli arresti domiciliari e per aver occupato
arbitrariamente un appartamento di proprietà pubblica gestito da CASALP.
100 le perquisizioni effettuate nel corso dell’indagine che da due anni ha visto indagate 30 persone, 19 di
queste arrestate.
Oltre ai reati in materia di sostanze stupefacenti e di evasione, un componente della rete è stato denunciato
per resistenza a pubblico ufficiale poiché, durante una perquisizione domiciliare, ha inferto una testata a
un militare della Guardia di Finanza.
16 le persone segnalate alle competenti Prefetture per l’acquisto e la detenzione di droga per uso
personale.
Complessivamente, le attività svolte hanno permesso di sequestrare 13 chili di hashish, 2 chili di
marijuana, due etti di cocaina, dosi di eroina, boccette di metadone, sostanza da taglio, piante di
marijuana e oltre 30 mila euro di contanti.
Non solo. È stato anche individuato, durante una perquisizione domiciliare, nascosto nell’appartamento di
uno degli spacciatori, un extracomunitario di origini marocchine, irregolare sul territorio nazionale e nei
confronti del quale sono state attivate le procedure di allontanamento.