03/02/2019: FONTE -Stella d’Italia News-
Mentre nella nostra sfortunata penisola si discute se fare o meno la TAV il mondo va avanti e lo fa in una maniera che dovrebbe preoccupare ma si preferisce concentrarsi su chi guiderà il carrozzone azzoppato del PD oppure ascoltare quello che i balbuzienti epigoni del berlusconismo blaterano sperando che qualcuno, almeno i parenti più stretti, li ascolti e diano loro ancora credito.
Credo di non essere stato il solo a pensare che Donald Trump avesse interrotto l’interventismo americano nel mondo cominciato con la Prima Guerra Mondiale per concentrarsi sul suo paese. In effetti lo ha fatto e ha risolto molte cose, ha snellito la burocrazia, rilanciato l’economia e, in generale, migliorato la vita dell’americano medio anche se, così facendo, ha scontentato molti. Il mio giudizio su di lui fino a questo punto è stato positivo anche se devo dire che la persona non mi piace. Non deve piacere a me, è americano e quindi deve piacere, o non piacere, agli americani.
Il passo di uscire dal patto di non proliferazione nucleare e missilistica è stato un brusco cambiamento di rotta rispetto alla sua politica concentrata sul suolo americano. L’utilità dei missili è quella di essere un deterrente contro altri paesi, una pistola puntata e carica contro avversari e concorrenti.
Immediatamente anche la Russia di Putin ha abbandonato il patto e la Cina ha avvertito che ci saranno “conseguenze”. E’ stato Putin stesso a chiarire la mossa statunitense che lui ha definito in funzione anti cinese.
La guerra commerciale tra USA e Cina è un fatto acclarato e si manifesta come una serie di tariffe, dazi e proibizioni varie che le due super potenze economiche si stanno scambiando vicendevolmente, delle due paradossalmente quella che sembra essere sfavorita dal pendolo del tempo è l’America, un mercato saturo che fa sempre più fatica a assorbire i nuovi prodotti e superata dalla ricerca tecnologica e innovativa dalla Cina che, oltre a produrre a basso prezzo prodotti eccellenti come qualità e contenuto tecnologico ha anche un mercato interno recettivo e enorme per numero di potenziali consumatori.
A questa supremazia commerciale e tecnologica l’America di Trump ha cercato di mettere un freno con gli impedimenti ad accedere al suo mercato interno, ha verificato che queste misure alla fine non solo non erano sufficienti ma addirittura danneggiavano le esportazioni americane e quindi ora cerca altre soluzioni e, essendo americani, la soluzione spiccia della minaccia missilistica sembra essere ora la carta da giocare.
Potrà funzionare? Difficile dirlo, la Russia sicuramente ne avrà un danno economico importante, il paese è in crisi, ha dovuto recentemente alzare l’IVA e aumentare le tasse e la corsa agli armamenti è costosa. La soluzione allora potrà essere quella di offrire a paesi amici della Russia le nuove armi prodotte e sappiamo bene che spesso i paesi amici della Russia non sono propriamente paesi amanti della pace o rispettosi dei loro vicini.
Anche la Cina, paese eminentemente mercantile, potrà esportare le sue nuove armi che saranno perfino migliori dal punti di vista tecnologico sia di quelle americane che di quelle russe e sicuramente più economiche. Immagino quindi che una serie di paesi definiti “canaglia” possano accedere a missili a medio raggio e questo potrà scatenare guerre locali fin troppo vicino a noi, mi riferisco al Vicino Oriente già ora sconvolto da guerre, ribellioni e conflitti più o meno a bassa intensità.
Di fronte a questo scenario dove i protagonisti saranno cinesi, russi e americani la ridicola Europa dei burocrati di Bruxelles che sembra solo intenta a trovare modi per impoverire gli europei pare destinata a subire una accelerazione del suo declino oltre che a ritrovarsi vaso di coccio tra vasi di ferro, accozzaglia di paesi sostanzialmente disarmati che saranno costretti a subire decisioni altrui oltre a rischiare di essere il terreno su cui un conflitto globale verrà combattuto.
Andrea Marrone