04 Dicembre 2017: FONTE -Unione Stella d’Italia-
A Natale si dovrebbe essere tutti più buoni, sembra. Però si avvicinano le elezioni politiche per lungo tempo negate al Popolo italiano per la sconcertante paura che il Popolo non sia maturo abbastanza per non cedere alle lusinghe degli avversari politici del pensiero unico incarnato da quella aberrazione genetica del PD, accozzaglia di ex comunisti, ex democristiani, ex berlusconiani, ex di tutto ma non dell’attaccamento alle poltrone e alle grasse prebende che ne conseguono.
Dunque questo Popolo non più sovrano ha iniziato da tempo, con le bizzarrie mentali di un certo Fiano coadiuvato da un presidente della Camera in cerca disperata di una idea qualunque non avendone di proprie, a subire l’indottrinamento martellante che vorrebbe dimostrare come in Italia ci sarebbe un pericolo di un ritorno al fascismo.
Di per sé questa nozione è ridicola, il fascismo era così strettamente legato alla figura di Mussolini che, con il suo assassinio e con il femminicidio della innocente Claretta Petacci possiamo tranquillamente dire che sia finito tutto.
Rendiamocene conto una volta per tutte, il fascismo è morto il 28 aprile del 1945 nel bagno di sangue generale del vortice di vendette, violenze, omicidi e stupri che avveniva in quei giorni.
Ora un gruppetto di ragazzini dalle zucche pelate e forse anche vuote entrano in una sala infestata dai finti buonisti dall’accogliamoli tutti e li rimprovera, fa loro un discorsetto confuso su Patria e Patriottismo e poi saluta e se ne va senza violenza alcuna. Apriti cielo! Sono tornati gli squadristi! Indagini, certe condanne, indignazione somma, giornalisti che ne parlano per settimane gettando fango così, a casaccio.
Poi il fatto più recente che alimenta la macchina del fango. Un fatto emblematico del congegno di produzione delle menzogne tanto caro ai regimi comunisti che gli hanno perfino dato un nome più nobile di quello di squallido di fake news che usa a sproposito Renzi nel suo continuo sforzo di scimmiottare gli americani da cui sembra dover correre a rendere conto di tanto in tanto: disinformazja.
Un giornalista dall’aria scrofolosa passa per strada, sbircia in una finestra di una caserma dei Carabinieri e contravvenendo al divieto di fotografare o fare filmati ad installazioni militari fotografa all’interno della finestra una bandiera sospetta sul muro…riapriti cielo! Una bandiera dell’infame regime nazista! E di nuovo telegiornali, politici indignati, grida preoccupate di tutti i buoni, gli onesti, i veri democratici. E di nuovo denunce, inchieste, destituzioni.
Bene, la bandiera in questione non ha nulla a che vedere con il regime nazista: ecco la sua descrizione, genesi e storia:
Bandiera della marina da guerra issata per la prima volta il 1° ottobre 1867 dalla Confederazione del Nord e confermata dalla costituzione federale dell’Impero il 20 marzo 1871. L’8 novembre 1892 fu aggiornato l’aspetto dell’aquila, mentre nel 1903 l’intero disegno subì una revisione, di cui l’aspetto più evidente fu il rinforzo delle dimensioni e della fimbriatura della grande croce. Con l’abdicazione di Guglielmo II e dei vari principi (9 novembre 1918) il secondo Reich finisce e la bandiera scompare. Prevale la simbologia prussiana (campo bianco, aquila, la croce di ferro).
Quindi quella bandiera, che comunque mi pare strano che uno voglia appendersi nel suo spazio privato, non era più in uso dal lontano novembre del 1918 eppure continuano a chiamarlo vessillo nazista.
Bene, rassegnamoci, fino alle elezioni ne avremo così di fake news, una al giorno sarebbe perfetto per i pensierounicisti ma forse non ce la faranno anche perché la notizia falsa va sfruttata per due o tre giorni nei telegiornali e poi per qualche tempo ancora nei talk show dove nani mentali e ballerine sviolinano le loro banalità, menzogne e ignoranze.
Riusciranno a convincerci che esiste un pericolo fascista? Ne dubito ma intanto rassegnamoci a subire le loro false notizie e convinciamoci sempre di più che il problema dell’Italia non è un inesistente ritorno al fascismo ma l’attuale regime con i suoi delatori, la sua psicopolizia, la sua macchina mediatica e legislativa asservita.
Vedremo, nel giorno del voto, se si riuscirà a spazzarli via. Io ci conto.