10 Luglio 2017: FONTE – Stato Maggiore Esercito –
La numerazione di un reparto dell’Esercito Italiano ad una neo costituita compagnia delle Emergency Response Force.
Nei giorni scorsi, nel comprensorio addestrativo di Sulemanye (Iraq), si è concluso il 2° “Sniper and Recce Mout” Course.
Alla presenza del Deputy Commander General for Training presso il Combined Joint Force Land Component Command (CJFLCC-OIR) in Baghdad e Comandante del Contingente Italiano, Gen. B. Francesco Maria Ceravolo, e del Comandante del Kurdistan Training Coordination Center (KTCC) sono stati consegnati i diplomi di qualificazione a 30 militari delle Emergency Response Force (ERF), reparti scelti delle forze di sicurezza del Paese, che hanno contribuito in maniera determinante alla liberazione di Mosul.
Il corso, della durata di cinque settimane, ha visto all’opera gli istruttori italiani del 185° Reggimento Acquisitori Obiettivi (RAO), che hanno organizzato moduli addestrativi mirati a fornire agli allievi:
– procedure e tecniche di tiro con armi portatili a corto e medio raggio;
– procedure mediche di immediato soccorso in zone di combattimento;
– procedure e tecniche di combattimento in aree ristrette urbane.
Al termine della cerimonia, alla presenza del comandante della 1^ Brigata ERF, Generale Omar, è stata celebrata la nascita di una nuovo reparto della Grande Unità, la “185° Commandos Coy”, il cui numero progressivo richiama il 185° Reggimento RAO, dalle cui fila provengono gli istruttori del corso.
L’attestato di costituzione della compagnia è stato consegnato dal Generale Ceravolo al Capitano Marriwan Guafour Qadir, primo comandante della stessa.
L’Italia contribuisce all’Operazione “Inherent Resolve” con la missione “Prima Parthica”: circa 1500 militari di tutte le Forze Armate, impiegati principalmente nelle sedi di Baghdad ed Erbil, nell’addestramento delle Forze di Sicurezza irachene e curdo irachene.
Nell’ambito di tale missione, la Task Force “Praesidium”, con i suoi 500 uomini e donne dell’Esercito italiano, garantisce la sicurezza dei lavoratori della ditta Trevi SpA, incaricata di mettere in sicurezza l’infrastruttura per scongiurare il rischio di una catastrofe ambientale di immani dimensioni.