02 Maggio 2016: FONTE -Unione Stella d’Italia-
No, non fraintendetemi, sono felice per la decisione che, smaltite le ostruzioni degli indiani e le stucchevoli formalità burocratiche italiane, riporterà in Patria Salvatore Girone detenuto illegalmente e ostaggio in un braccio di ferro umiliante per le nostre Istituzioni e per il nostro prestigio nazionale. Felice quindi, ma non contento. Non contento perché per ottenere un piccolo passo verso la giustizia, e cioè la completa assoluzione per non aver commesso il fatto, ci sono voluti più di quattro anni e quello che è stato ottenuto lo si è ottenuto non in forza del nostro buon diritto, non in forza della nostra buona diplomazia, non in forza del nostro peso come nazione ma ci è stato riconosciuto da un arbitrato internazionale.
Meglio feriti che morti, mi diceva spesso mia nonna a mo’ di consolazione e infatti la nostra povera Italia non è morta, ancora, ma è ferita e vilipesa non tanto da agenti esterni quali un paese violento e corrotto come l’India, ma dai nostri stessi politici che hanno tradito il loro impegno di salvaguardare gli interessi della Nazione e dei Cittadini italiani abbandonando praticamente a sé stessi due Servitori dello Stato che, in uniforme e in servizio, sono stati attirati in un tranello e catturati in modo subdolo.
Leggo nel frattempo i commenti dei lettori dell’autorevole “Times of India”, scimmiottatura del ben più autorevole Times e un altro retaggio del colonialismo inglese in India. C’è chi maledice la stir4pe dei Gandhi e l’ex italiana Sonia, chi invoca un intervento militare per venire in Italia e uccidere (sic) i due marines italiani, insomma, nessuno è contento e gli indiani aspirano a vendette sanguinose, del resto un paese nel quale gli stupri e le violenze sono all’ordine del giorno e dove bisogna temere la polizia più dei banditi non può esprimere altri sentimenti che quelli barbari e illogici che esprime con tanta veemenza.
Ora vedremo come finirà, ancora non c’è nulla di sicuro ma di sicuro l’Unione Stella d’Italia non cesserà di invocare il boicottaggio di tutto quello che è indiano e che proviene dall’India: ristoranti, prodotti d’importazione, turismo verso quel paese pericoloso e violento. gli ultimi governi nazionali non sono stati in grado, no, scusate, non hanno voluto per torbide questioni d’interesse, prendere posizioni decise contro l’India, spetta a noi, Cittadini e non sudditi italiani, di reagire con dignità ai soprusi indiani, sarà poca cosa, forse nessuno se ne accorgerà, ma io rose dai venditori indiani che infestano i nostri ristoranti alla sera non ne comprerò mai più.
Andrea Marrone