sequestrati 3 milioni di Euro per corruzione

19 Aprile 2016: FONTE -GdF Comando Prov.le Milano-

OPERAZIONE “VILLA MUNDA”: LA GUARDIA DI FINANZA SEQUESTRA OLTRE 3
MILIONI DI EURO PER CORRUZIONE.
Questa mattina i militari della Tenenza della Guardia di Finanza di Seveso hanno dato
esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo – emesso dal Giudice per Indagini
Preliminari del Tribunale di Monza – di beni immobili e disponibilità finanziarie per un
valore di oltre 3 milioni di euro, equivalenti ai profitti illeciti conseguiti da vari soggetti
coinvolti nell’acquisizione, da parte del comune di Varedo (MB), di Villa Bagatti Valsecchi,
un complesso immobiliare di fine ottocento noto anche per essere stato uno dei
quattro padiglioni lombardi “fuori Expo” allestiti in occasione della manifestazione
internazionale sull’alimentazione realizzata nel 2015.
L’operazione denominata “Villa Munda”, condotta dalle Fiamme Gialle di Seveso e
coordinata dalla Dott.ssa Franca Macchia, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il
Tribunale di Monza, ha consentito di svelare l’accordo illecito stretto tra la parte privata
venditrice (una società con sede a Milano) ed un consigliere comunale del Comune di
Varedo (architetto di professione), i quali risultano aver sovrastimato artatamente, in
misura pari a più del doppio, il valore dell’immobile grazie alla perizia di un professionista
compiacente.
Secondo quanto emerso nel corso delle indagini, iniziate per ipotesi di corruzione,
l’amministratore pubblico – che ha rivestito un ruolo centrale nell’intera vicenda – ha
operato in conflitto di interessi nel duplice ruolo di consigliere comunale, nonché
Presidente della Commissione Risorse Territoriale del Comune di Varedo e di consulente
incaricato dalla società privata aspirante venditrice del compendio immobiliare, in
contrasto con il dovere d’imparzialità.
Il valore esorbitante attribuito all’immobile, pari a 6 milioni di euro, è emerso dai numerosi
documenti sequestrati dagli investigatori nel corso delle perquisizioni effettuate. Nel 2009,
infatti, era stato lo stesso consigliere comunale ad aver valutato, in una “perizia di stima”
da lui redatta, il complesso “Villa Bagatti” per un importo di 3 milioni di euro; il bene, inoltre,
era stato assicurato nel 2007 con una polizza contro l’incendio ed RC per un valore ancora
inferiore. Di fondamentale importanza per l’indagine è stata la scoperta ed il sequestro di un
“memorandum”, attribuibile verosimilmente al privato venditore, nel quale gli inquirenti,
oltre all’effettivo valore del bene, indicato per 3 milioni di euro, hanno trovato la descrizione
dell’intero “progetto” di cessione della villa, che è stato poi effettivamente realizzato.
I Finanzieri di Seveso hanno ricostruito il flusso di denaro (pari a complessivi 300 mila
euro) versato dalla proprietà dell’immobile al consigliere comunale come corrispettivo per
l’interessamento illecito nella trattativa e nel procedimento amministrativo sfociato poi nella
vendita del bene.
Dagli approfondimenti svolti è, inoltre, emerso che un altro architetto, incaricato di
periziare il complesso immobiliare per conto del Comune di Varedo, non risultava aver
avuto in passato specifiche esperienze nella stima di immobili di pregio e che
l’Amministrazione locale non si è curata di ricercare al proprio interno professionisti dotati
di adeguate competenze; verifica, questa, sempre necessaria prima di ricorrere ad
incarichi di consulenza esterni.
Secondo gli inquirenti, quindi, grazie allo stratagemma realizzato, che ha consentito di
attribuire a Villa Bagatti Valsecchi un valore più che doppio rispetto a quello reale, l’Ente
pubblico ha di fatto subito una perdita, nell’acquisto, di circa 3 milioni di euro, danno
aggravato dal fatto che nella compravendita risultano essere stati concessi alla società
cedente anche degli illegittimi diritti edificatori su aree del centro storico cittadino.
Il sequestro preventivo di disponibilità liquide e beni eseguito oggi dalle Guardia di Finanza
fino a concorrenza di 3,3 milioni di euro è teso a garantire il recupero dei proventi illeciti
derivanti dal reato di corruzione, valori che, in caso di condanna dei responsabili, saranno
definitamente incamerati dallo Stato, con la confisca disposta dal Giudice.

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