La sindrome NIMBY

08 Aprile 2016: FONTE -Unione Stella d’Italia-

Pensavo che non potesse mai accadere invece è accaduto: nei giorni scorsi sentendo le sue dichiarazioni ho dovuto dare ragione al Presidente Renzi sulla questione Basilicata. Io non conosco i fatti che hanno portato la Procura di Potenza ad accusare di vari reati ministri, dirigenti, funzionari ed imprenditori per accelerare il funzionamento dei vari impianti estrattivi presenti in Basilicata, ma non è questo che ha colpito la mia attenzione (anche perché essendo le indagini su casi simili ormai una consuetudine mi annoiano).

Ciò che più di tutto mi ha colpito sono state le parole di Renzi quando ha affermato che la magistratura di Potenza (ma anche molte altre) indaga, indaga, ma alla  fine quaglia poco!!! Dargli torto non mi sembra onesto. Io aggiungo che anche quando le indagini portano ad un processo questi servono più ai talk show e alla politica che alla giustizia.

Io non so nel caso in questione se i dirigenti Total hanno fatto pressioni sul governo per avere accelerazioni su alcune procedure burocratiche, ma se l’avessero fatto questo atteggiamento è solo conseguenza della stupidità italiana che dà peso a tutti i più piccoli interessi di parte, interessi alimentati da una burocrazia borbonica con ingranaggi così macchinosi e fitti da fermare tutti i progetti e quindi ogni forma di sviluppo se non opportunamente “unti”.

Tutti gli italiani vogliono, a parole, lo sviluppo economico, l’occupazione e la ricchezza, ma l’Italia è anche il paese dei NO TAV, NO DAL MOLIN, NO MOSE, NO PONTE (sullo stretto di Messina), NO NUCLEARE e, ultimo arrivato, NO TRIV (e questi sono quelli che mi sono venuti in mente: l’elenco è infinito). Nessuno vuole avere nel proprio comune un termovalorizzatore, una centrale elettrica o una azienda chimica. In Italia la sindrome NIMBY (not in my back yard ossia “non nel mio cortile di casa”) ha contagiato tutti, ma purtroppo non funziona così. Vuoi che nel territorio in cui abiti ci siano industrie che creino ricchezza ed occupazione per te e la tua famiglia? Bene, se hai la fortuna di averle è fortemente probabile che dovrai rinunciare a mangiare il pecorino prodotto con il latte delle pecore che pascolano nei prati delle vicinanze delle industrie. È triste ma è così: il paradiso non sta su questa terra.

Oltre alla sindrome NIMBY la burocrazia e le leggi (nazionali, regionali, comunali, rionali, etc.) bloccano ogni forma di sviluppo e investimento in Italia. Ricordo, a titolo di esempio, il caso della British Petroleum che anni fa è scappata a gambe levate dall’Italia, abbandonando il progetto di costruzione di un rigassificatore a Brindisi, dopo aver speso 250 milioni di euro in infrastrutture preliminari e aver aspettato per 11 anni che quegli idioti di politicanti (nazionali, regionali, comunali) si mettessero d’accordo sulle concessioni, permessi, nulla osta, perizie, pareri, timbri e marche da bollo. Solo uno stupido non capisce che queste sono le condizioni migliori per concepire, far nascere, crescere e sviluppare la corruzione. E se qualche azienda multinazionale è particolarmente determinata (per interessi ovviamente) in Italia non ha altra scelta che “ungere” i meccanismi. Lo fa il signor Rossi per avere il permesso dal proprio Comune per ristrutturarsi il bagno di casa, figuriamoci se non lo fa la Total o chi per lei.  Con questa ultima vicenda è stato nuovamente dimostrato che se un governo sblocca opere pubbliche o una azienda privata decide di investire, la magistratura le blocca di nuovo (vedi ad esempio l’ILVA di Taranto) con le motivazioni più varie. Quindi fino a quando un parlamento forte del mandato elettorale non deciderà di riformare la giustizia facendo tornare il potere giudiziario nel suo giusto alveo, privandolo di questo strapotere che esercita nei confronti del potere legislativo e soprattutto esecutivo, l’Italia sarà inchiodata dalla fantasia di qualche pubblico ministero che a suo piacimento, come nel caso della Basilicata, darà inizio (o meno) alle indagini.

È mio pensiero che la sinistra negli ultimi 30 anni ha pensato di usare la magistratura per sconfiggere l’avversario politico (riuscendoci), ma ora si sta accorgendo a sue spese che non riesce più a governarla, tant’è che adesso anche esponenti di partiti di sinistra vengono risucchiati dalla macchina giudiziaria e quindi mediatica.

Concludo spendendo due parole su quanto ho letto sui giornali in merito al dossier relativo alla “Legge Navale”: per abuso d’ufficio è indagato anche il Capo di Stato Maggiore della Marina Ammiraglio di Squadra Giuseppe De Giorgi. Motivo? Cito quanto riportato sui giornali: “ si sarebbe molto speso a favore della legge per la sostituzione e rinnovamento della flotta della Marina Militare”(!!!).  Penso e spero che ci sia di più e che le cose siano diverse da come vengono riportate, perché se al CSMM viene contestato quanto riportato evidenzio che corrisponde al suo dovere e, siccome il rinnovamento della flotta è in atto, io proporrei per lui almeno la medaglia d’oro al valor militare. Ricordo che la Marina Militare non è di proprietà dell’ammiraglio De Giorgi e che per l’Italia, essendo una penisola con 8000 kilometri di costa da sorvegliare e difendere, è auspicabile avere una flotta efficiente, moderna e ben equipaggiata. I magistrati lo capiranno?

Emanuele LAINA

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Commenti

1 commento

  1. Hola! Leggo con un certo senso di nausea quanto giustamente è detto.
    La nausea proviene da questo sentimento davvero nauseante delle nostre Italiche arretratezze che si autoalimentano da una deviata interpretazione di leggi e di ideologie.
    Per quanto riguarda la questione Basilicata, posso dire con ragionevolezza ( lavorando nel settore Oil&Gas ) che in Italia l’estrazione di petrolio, il demone nell’immaginario collettivo, equivale al 7% mentre si estrae gas naturale per un 93% circa del totale. Il gas non inquina non si espande in mare come marea nera, non si estrae da piattaforme gestite da società come la BP che abbiamo visto in Messico e lo si fa da 70 anni circa, essendo anche stati i primi al mondo a sviluppare tecnologie a tale scopo, Tecnologie ancora esportate in tutti i paesi grazie ad ENI azienda di Stato. In Croazia e ancor di più nel loro mare che è lo stesso nostro Adriatico estraggono gas da 25 piattaforme disseminate oltre il nostro confine marittimo. Avremmo gli stessi danni in caso di evento dannoso? Le arretratezze di cui parlo sono legate proprio ad una scarsissima capacità degli Italiani a conoscere le realtà e dentro il vuoto morale in cui si naviga ogni ideologia trova spazio. Lo trovano le moschee le no Tav e tante altre convinzioni che sono il risultato di una patologica affermazione di modelli, nati dentro una certa sinistra e acquisiti anche da laici, dentro un contesto che vede le aggressività di gruppi allacciati ad un fanatismo congenito, capaci di condannare la Mafia ma allo stesso tempo comportarsi come mafiosi. L’immagine dell’imprenditore nel nostro paese è decaduta si è sbiancata, le generazioni che si sono susseguite non sono state in grado di mantenere una dignitosa collocazione di fronte alla globalità sopraggiunta. Le cause? dalla scuola alla famiglia oppressa da un sistema confusionario e nepotistico. Gli stessi che oggi lamentano con astrusità che leggo nauseato ovunque e raccontano in ogni spazio televisivo cercano un protagonismo che si nutre dell’ignoranza del popolino sempre più attento al proprio profilo estetico che a quello culturale. Se manager di Eni hanno fatto schifezze e la magistratura indaga, magari per nulla, rientra nello scopo politico referendario oppure ci sono illeciti contro l’ambiente da perseguire realmente? Da quello che ho potuto capire dalle frammentate e semplici informazioni date in pasto al popolo, si evince che il danno ambientale, peraltro già smentito anche se paventato come oggetto di indagine, risulta dal fatto che vengono reiniettate acque estratte insieme al gas e quelle acque giacciono da millenni sotto lo strato del terreno e se non inquinavano prima non credo possano inquinare adesso. Ma la nostra facinorosa legislatura indica come reato ogni forma di immissione sottoterra di qualsiasi cosa, grazie alle discariche abusive che da sempre la malavita ha organizzato per concessione di politici e imprenditori corrotti. Quindi la stessa legge che condanna assolve dal momento che ogni giacimento è semplicemente un composto di acqua e idrocarburi. Adesso cercano i fanghi cercano i fantasmi e questo a parer mio appartiene ad una volontà che si sposa con una notizia meno recente ma reale di cui non si è data la dovuta attenzione dei media, e mi rivolgo a quell’imprenditore siciliano che deteneva il mercato del fotovoltaico elaborando un vasto sistema di mercato alimentato da fondi europei dissipati e abusati per ragioni mafiose, causa di condanna passato sotto silenzio. La volontà finale spalleggiata da una certa politica è quella di sostituire i soggetti produttivi nel mercato delle risorse minerarie con altri soggetti economici emergenti. Il popolo dei NO a tutto fa spalla a questa sporca politica e fa comodo per destabilizzare soprattutto la democrazia.
    Le notizie come la verità non dobbiamo aspettarle da chi ce le racconta per interessi di vario genere, ma da quelle che noi abbiamo imparato a cercare nell’era della comunicazione e possiamo crederci solo dopo aver attentamente filtrato i dati.

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