17 Marzo 2016: FONTE -GdF Comando Prov.le di Ferrara-
Il Nucleo di Polizia Tributaria di Ferrara ha sequestrato e contestualmente sottoposto a
confisca, su ordine del Tribunale di Ferrara, una villa e un immobile che un ferrarese, già
condannato per reati di bancarotta fraudolenta, evasione fiscale, turbata libertà degli
incanti, falso in atto pubblico e calunnia, aveva fittiziamente intestato a prestanomi.
Il valore dei beni confiscati ammonta a 13 milioni di euro, fra cui un complesso
immobiliare di particolare pregio costituito da una villa padronale con parco e piscina e
altri tre corpi di fabbrica con diecine di appartamenti nonché di altre abitazioni in pieno
centro a Ferrara.
L’indagine che ha portato il Procuratore della Repubblica di Ferrara a richiedere
l’emissione del provvedimento, ha permesso di ricostruire tutte le ricchezze illecitamente
accumulate dal “pregiudicato” che attraverso una fitta rete di società (anche estere)
create ad hoc e amministratori compiacenti ha più volte venduto e ricomprato i cespiti
confiscati per impedire l’aggressione del patrimonio immobiliare allo stesso riconducibile.
Le investigazioni hanno consentito di accertare che le operazioni di compravendita e di
dazione dei mutui fondiari (ottenuti sulla base di false perizie per aumentare il valore
degli immobili) erano state poste in essere le prime per frodare il fisco e le seconde per
ottenere ulteriori liquidità da investire in altri affari.
La provenienza illecita del denaro utilizzato per acquisire il consistente patrimonio
immobiliare e la notevole e ingiustificata sperequazione fra beni posseduti ed il reddito
dichiarato dalla persona indagata, sono le ragioni che hanno permesso al Tribunale di
Ferrara di emanare la misura di prevenzione patrimoniale, che trae i suoi fondamenti
dalla legislazione antimafia (Decreto Legislativo n. 159 del 6 settembre 2011).
Con tale norma il legislatore ha voluto colpire le persone (non solo mafiose) ma anche
quelle “socialmente pericolose” che sulla base di elementi di fatto, siano abitualmente
dedite a traffici delittuosi e dispongano direttamente o indirettamente di beni, il cui valore
risulti sproporzionato al reddito dichiarato o all’attività economica svolta ovvero quando,
sulla base di sufficienti indizi, si ha motivo di ritenere che gli stessi siano il frutto di attività
illecite o ne costituiscano il reimpiego.