2 luglio 2015 – FONTE – Stella d’Italia News –
Somalia, 2 luglio 1993 – 2 luglio 2015: ventidue anni sono trascorsi dal quel tragico evento che ha visto impegnati i soldati italiani al checkpoint “Pasta” a Mogadiscio, durante il quale caddero vittime, nell’adempimento del dovere il Sottotenente, cavaliere dell’8º Reggimento “Lancieri di Montebello” Andrea Millevoi, il Serg. Magg. inc. paracadutista Stefano Paolicchi ed il paracadutista Pasquale Baccaro.
Altri soldati del Contingente italiano riportarono ferite più o meno gravi che ancora oggi ne segnano i corpi, tra questi l’allora Sottotenente Gianfranco Paglia, già deputato della repubblica e ufficiale superiore in servizio, nonchè il Generale di Divisione in ausiliaria, paracadutista Alessandro Puzzilli di Tivoli, suo comandante.
Figlio del titolare dell’Antico Caffè Puzzilli in piazza Santa Croce nel centro di Tivoli, in provincia di Roma e nipote del famoso calciatore, nonché bersagliere Olindo Galli, Alessandro il 2 luglio del 1993, con il grado di capitano veniva ferito a seguito della Battaglia in Somalia.
Lo scorso 2 Giugno, in occasione della Festa della Repubblica, il Generale di Divisione Alessandro Puzzilli riceve la Medaglia d’Oro per le Vittime del Terrorismo per tali fatti d’arme e consapevolmente riflette su questi 22 anni, dei quali, trascorsi lontano da casa con il Contingente italiano, in missioni fuori area, tra cui anche l’Afghanistan.
“2 luglio 1993 – 2 luglio 2015“.
<Eravamo partiti per ordine di uno dei tanti governi di questa “infelice” Repubblica tra le solite infami polemiche che avvelenano i parlamenti nazionali, ma non ci tirammo indietro – racconta l’ufficiale tiburtino, ora in ausiliaria – noi eravamo lì per servire la Patria, sotto le bandiere gloriose delle nostre unità. Non saremmo mai venuti meno al giuramento prestato, per quanto squallide si mostrassero le nostre istituzioni>.
“Giuro di essere fedele alla Repubblica Italiana, di osservarne la Costituzione e le leggi e di adempiere con disciplina ed onore tutti i doveri del mio stato per la difesa della Patria e la salvaguardia delle libere istituzioni”.
<Quest’anno ricorrono anche il 100° anniversario dell’entrata dell’Italia nella I Guerra Mondiale ed il 70° della fine della II Guerra Mondiale. Le scempiaggini che siamo costretti quotidianamente ad ascoltare da parte di politici, giornalisti e spocchiosi storici ed intellettuali fanno sanguinare il cuore di chi ama ancora questa Patria. Per che cosa sono caduti quei soldati? Non ci possiamo meravigliare se, nel loro piccolo, i fatti d’arme in cui sono caduti i nostri commilitoni, con cui abbiamo condiviso le missioni fuori area degli ultimi anni, vengono dimenticati dalla classe politica che li ha mandati a morire, dai giornalisti che come avvoltoi ingrassano sui cadaveri dei nostri caduti, degli intellettuali che disprezzano i soldati>, continua il Generale Puzzilli.
<Noi non dimentichiamo e non dimenticano le madri, le mogli e i figli di quegli italiani orgogliosi che hanno dato la vita in cambio di niente per l’Onore d’Italia, per obbedire agli ordini, per mantenere fede al giuramento, per dimostrare al mondo che l’Italia non è fatta solo di ladri e di piagnoni. Nel contesto di anonimità, che nella Repubblica dei ladri deve circondare tutto ciò che concerne i militari, a cominciare dalla liberazione dei Sottufficiali del “San Marco” Massimiliano La Torre e Salvatore Girone, il 1 giugno ho ricevuto dal Prefetto di Roma, Dott. Franco Gabrielli, la Medaglia d’Oro per le Vittime del Terrorismo, in relazione ai fatti d’arme del 2 luglio del 1993 in Mogadisho (scritto in somalo ndr). Assieme a me hanno ricevuto l’onorificenza la Signora Anna Rita Lo Mastro, madre del paracadutista David Tobini, caduto in Afghanistan il 25 luglio 2011, ed il Generale di Brigata dei Carabinieri Giovanni Truglio, anch’egli ferito a Mogadisho il 2 luglio del 1993. Sono fiero di questa medaglia – commenta Alessandro Puzzili – come di quella al Valore dell’Esercito ricevuta a suo tempo, essa dovrebbe più degnamente brillare sul petto di mia moglie, che per quella esperienza ha sofferto più di tutti; io, da soldato, l’ho superata senza gravi traumi. Mi lascia però amareggiato il fatto che alla memoria del paracadutista Tobini non sia stata conferita una maggiore enfasi, in un contesto meno intimo. In fondo il giorno dopo si celebrava la Festa della Repubblica e forse il bianco crinito Presidente avrebbe potuto ricordare in maniera più solenne quel giovane che per essa ha dato la vita>, conclude il Generale.
Un’onorificenza che rende orgogliosa la città di Tivoli, la quale nel suo silenzio nasconde ammirazione e stima per questi uomini, che lasciata la famiglia decidono di andare per il mondo a portare sostegno a popolazioni che seppur lontane dalle nostre vedute, dai nostri costumi, respirano ed hanno bisogno di sostentamento come noi.
Il Generale di Divisione Puzzilli è il presidente onorario della Sezione ANPD’I “Cap. Inc. par. Alessandro Romani” e non manca di trasmettere la sua esperienza di ufficiale comandante e di uomo alle nuove generazioni che vogliono intraprendere questa professione.
Alessandro Puzzilli ha seguito le orme del nonno Olindo ed i suoi figli, Silvia e Roberto seguono le orme del padre, ufficiale di Marina la prima e incursore paracadutista il secondo.
La nostra bell’Italia ha bisogno di riscoprire il concetto della famiglia unita.
Annamaria Cicchetti