15 maggio 2015: FONTE -Legione Carabinieri Marche, Compagnia Carabinieri Fano-
Una signora si è rivolta alla Stazione Carabinieri di Fano per denunciare il furto della sua bicicletta. Qualcuno l’aveva asportata nella notte da viale Cairoli dopo aver tranciato la catena.
Dopo qualche ora la donna ritorna in caserma asserendo di aver visto la propria bici in vendita tramite un annuncio pubblicato in un gruppo chiuso di facebook utilizzato dalle mamme di Fano per rivendere piccoli oggetti.
Non aveva la certezza ma la bicicletta dell’annuncio sembrava proprio la sua. Tra l’altro, a fronte di un valore di circa 250 euro, l’annuncio parlava una un prezzo di vendita pari a 50 euro.
Un utente si mostra interessato all’annuncio postandolo in chiaro, la proprietaria lo contatta in privato per comunicargli i suoi sospetti; insieme organizzano un incontro per visionare la bicicletta. All’incontro ci saranno anche i carabinieri. Giungono tutti sul luogo convenuto, uno stabile in via Fabio Filzi di Fano. Ad accogliere i due potenziali clienti una donna di origine campana. Mostra la bicicletta ed inizia la contrattazione. Appena la biciletta è stata condotta fuori dall’ingresso dell’abitazione, i Carabinieri, appostati poco lontano, intervengono e bloccano la compravendita.
Dalla perquisizione dello stabile si scoprirà la presenza sul terrazzo interno di altre biciclette e pezzi di ricambio. Insieme alla donna vive un compagno ed un nipote minorenne affidato alla zia. Quest’ultimo già in passato si è reso protagonista di fatti analoghi ed è sempre scampato ai rigori di legge grazie alla sua giovane età.
La bicicletta oggetto della contrattazione è stata restituita alla legittima proprietaria mentre per le altre, tutte sottoposte a sequestro, si stanno verificando le denunce di furto sporte recentemente.
La donna, 43enne di origine campana, è stata deferita in stato di libertà per ricettazione.
I Carabinieri stanno ricostruendo le compravendite effettuate nel recente passato dalla 43enne per verificare la provenienza. Molte le persone, ignari acquirenti di biciclette a prezzo eccezionalmente conveniente, che si stanno presentando in caserma. Dopo il tam tam passato tramite social network hanno ritenuto necessario chiarire la propria posizione ed evitare di incappare in conseguenze di natura penale per “incauto acquisto” o, nei casi più gravi, “concorso in ricettazione”.
Nel frattempo si stanno approfondendo le posizioni dei componenti della famiglia della 43enne verosimilmente responsabili della “commercializzazione di bici a filiera corta”: dal furto all’immediata rivendita.