30 settembre 2014 FONTE – Web News Corpo Forestale dello Stato.
Gli amministratori della società Ecolando S.r.l., attraverso l’allestimento di mezzi ed attività organizzate e finalizzate ad indebiti guadagni, dissimulavano la gestione illecita di varie tipologie di rifiuti trattati. L’attività di indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Venezia – Direzione Distrettuale Antimafia, condotta dal Personale del Comando Provinciale di Venezia e del Comando Stazione di Mestre del Corpo forestale dello Stato, ha consentito di scoprire l’illecito giro di affari e ha portato all’arresto dei due responsabili, amministratori della società, per traffico illecito di rifiuti.
L’operazione, denominata FALSIMONIA (dal latino, atto di inganno fatto allo scopo di un guadagno iniquo, non meritato e/o illegale), ha preso il via a febbraio del 2013. Dopo una prima fase di indagine, il personale del Corpo forestale dello Stato ha scoperto l’attività illecita realizzata negli impianti della Società dagli stessi amministrata. In particolare si è scoperto l’aumento fittizio dei pesi dei rifiuti provenienti dai produttori iniziali e la simulazione delle attività di recupero al fine di variare la codifica dei rifiuti (CER – Codice Europeo dei Rifiuti) per poterli così avviare in impianti di smaltimento o di recupero che altrimenti non avrebbero potuto riceverli. Questa attività illecita ha portato all’introito di ingenti quantità di rifiuti senza rispettare le direttive previste dalla normativa di settore e delle prescrizioni contenute nella Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) rilasciata dalla Regione Veneto.
Le strategie messe in atto dalla società hanno consentito di ottenere illeciti introiti beneficiando di un cospicuo risparmio sui costi della manodopera derivante dal mancato trattamento sui rifiuti, dal risparmio ottenuto non investendo in moderne tecnologie, dalla sovrafatturazione e dall’evasione dell’ecotassa istituita con la finalità di favorire la minor produzione di rifiuti e il recupero degli stessi. In tal modo, ingenti quantità di rifiuti sarebbero state destinate a smaltimento senza aver subito alcun trattamento, così da compromettere le misure stabilite dalla normativa ambientale, contribuendo a ridurre gli sprechi di risorse naturali favorendo la sostituzione delle stesse con materiali e sostanze derivate dai rifiuti.
Le ipotizzate attività illecite sarebbero state perfezionate apponendo false indicazioni sulla documentazione dovuta per legge, quali i registri di carico e scarico ed i formulari di identificazione rifiuti, previsti dalla legge, al fine di dare una parvenza di legalità alle operazioni delittuose intraprese.
Le operazioni, tutt’ora in corso, vedono impegnati circa 80 uomini e donne del Corpo forestale dello Stato del Veneto ed Emilia Romagna, che hanno eseguito 14 perquisizioni locali/domiciliari nelle Province di Venezia, Padova, Ferrara, Bologna e Modena. L’attività ha come obiettivo il sequestro degli impianti di trattamento rifiuti di San Angelo di Piove di Sacco (PD) e di Fossò (VE) nonché della sede legale della società “ECOLANDO Srl”, dei mezzi e dei macchinari utilizzati nelle attività delittuose.
Il Capo del Corpo forestale dello Stato, Cesare Patrone, si è complimentato con il personale del Corpo forestale dello Stato del Veneto ed Emilia Romagna per la professionalità dimostrata nelle attività di indagine.