Salvaguardia ambiente marino: nave Aretusa con i ricercatori ‘Plastic Buster’ di Pisa

4 agosto 2014 FONTE – Giornale di Bordo Marina Militare.

Il 24 luglio la foce del Tevere è stata analizzata per quantificare la presenza di micro particelle di plastica, derivate principalmente dal disfacimento di rifiuti plastici più grandi e responsabili di danni all’ecosistema e alla salute della fauna marina.

Ha preso il via, sulla nave idrografica della Marina Aretusa, il primo esperimento pilota nel Mediterraneo per valutare la portata di microplastiche da parte dei grandi fiumi.

Protagonisti dello studio sono i Plastic Busters, i ricercatori dell’Università di Siena, che stanno dando vita ad un ampio piano di mappatura delle plastiche nel mar Mediterraneo, nell’ambito di Med Solution e della rete ONU sullo sviluppo sostenibile Sustainable Development Solutions Network, ancora una volta in collaborazione con la Marina Militare.

La nave che ha ospitato i ricercatori dell’università è stata nave Aretusa, unità idrografica della Marina Militare, che ha messo a disposizione i propri strumenti ed i tecnici di bordo al fine della buona riuscita dell’attività, che si è sviluppata attraverso una serie di campionamenti a diverse distanze dalla foce del Tevere, tra gli 0.5 ed i 20 km, con raccolta e analisi dei sedimenti e dello zooplancton.

I sedimenti del fondale marino sono stati raccolti attraverso l’utilizzo di ‘benne’ (immagine) per la raccolta di campioni superficiali ed un ‘carotiere’ (immagine) per la raccolta di campioni dello strato più profondo. Il campionamento dello zooplancton e degli inquinanti disciolti nell’acqua è stato invece condotto attraverso l’utilizzo di un retino galleggiante speciale detto ‘retino manta’ (immagine).

I campioni raccolti permetteranno di analizzare la presenza, la distribuzione e l’abbondanza delle microparticelle di plastica e degli inquinanti ad esso associati che vengono trasportate dai fiumi, per quantificare la provenienza dei rifiuti da terra. Si tratta di un tassello importante del progetto ‘Plastic Busters’, che mira a mappare la presenza di microplastiche nel Mediterraneo e a valutare gli effetti sugli animali marini dell’inquinamento da plastica, per pianificare fin da subito, a livello internazionale, azioni di mitigazione per la riduzione del fenomeno.

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