25 Aprile 2014 h. 1200:
E ci risiamo, artritici vecchietti rancorosi marciano ancora impettiti a rivendicare la liberazione d’Italia ottenuta a suon di bombardamenti spesso indiscriminati e criminali come quello dell’asilo di Gorla, a Milano e con l’invasione dell’Italia da parte di una imponente coalizione comprendente anche aliquote di brutali assassini e violentatori come i marocchini della Francia Libera e i Gurkha mercenari dell’Impero Inglese. Comunque una bella cosa dai, i tedeschi, piuttosto avvelenati con noi italiani per il tradimento dell’otto settembre, una data da seppellire nella vergogna, non erano certo degli ospiti graditi e la Repubblica Sociale Italiana, priva del resto di legittimità ne era tanto subordinata da non essere altro che una emanazione del nefando regime nazista. E lasciamo pure perdere di come il partito comunista, seguace di un altrettanto nefando regime, abbia scippato la resistenza ai resistenti cattolici, agli eroici militari del ricostituito Regio Esercito, nerbo del futuro Esercito Italiano e che abbiamo spesso addirittura eliminato fisicamente i “concorrenti”, bazzecole di fronte alla liberazione dal nazismo e alla fine dell’incubo dei bombardamenti. Però vorrei che questo 25 Aprile fosse un poco anche mio che ho sempre ritenuto ci fosse poco da festeggiare in questo radioso giorno di primavera. E per far si che lo sia vorrei che non fossero dimenticati gli assassinati, i torturati, i violentati, uomini e donne, che ancora oggi dormono in fosse nascoste e dimenticate disseminate nei boschi, per loro il 25 Aprile non ha significato la fine di un incubo ma l’inizio del loro calvario. Oramai non si può neppure più chiedere giustizia per loro, è passato troppo tempo. Ma pietà e ricordo si, quello che lo meritano. Quando un mio Presidente della Repubblica li ricorderà per quello che sono stati, vittime, allora festeggerò anche io la Liberazione.
Andrea Marrone