05 dicembre 2012: FONTE-GdF Comando Provinciale Roma-
Sei avvocati, cinque commercialisti e tre imprenditori sono stati arrestati alle prime luci dell’alba dai finanzieri del Comando Provinciale di Roma, con la grave accusa di peculato, di falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, di simulazione di reato e di riciclaggio, nell’ambito di procedure fallimentari. Gli arrestati sono riusciti ad appropriarsi di 7 milioni di euro insinuando nei fallimenti dei crediti inesistenti, tra cui uno relativo alla realizzazione di una serie TV.
L’operazione, denominata “Serial Giallo”, rappresenta l’epilogo di complesse ed articolate indagini – eseguite per oltre un anno dal Nucleo di Polizia Tributaria della Capitale e coordinate dal Procuratore Aggiunto Nello Rossi e dal Sostituto Procuratore Stefano Fava della Procura della Repubblica di Roma – che hanno preso avvio dal fallimento di tre società – DOMITIA HOSPITAL s.r.l. (fallita l’8 giugno 1994); TECNOCONSULT s.r.l. (fallita il 20 febbraio 1995); PASQUALINI s.p.a. (fallita il 30 novembre 2005) – ed i cui esiti hanno consentito di portare alla luce e di porre fine ad un allarmante fenomeno di illecita spoliazione di consistenti risorse finanziarie di proprietà delle procedure fallimentari.
Oltre 7 milioni di euro sono stati sottratti dagli attivi fallimentari esaminati, in danno dei comitati dei creditori. Tale risultato è stato raggiunto per il tramite di una complessa e variegata pianificazione dei moduli operativi, impiegati dai sodali per incidere, con allarmanti effetti distorsivi e devianti, sul corretto funzionamento del Tribunale Civile di Roma – Sezione Fallimentare.
Nello specifico, il modus operandi adottato dagli arrestati e rilevato all’esito degli accertamenti esperiti, è risultato connotato da medesime condotte ed artifici ricorrenti nelle tre procedure concorsuali investigate, quali, ad esempio:
– l’ammissione al passivo di creditori a fronte di prestazioni inesistenti o di soggetti recanti identità fittizie, che in quanto tali non avrebbero potuto rendere alle società poi fallite alcuna opera e/o servizio;
– il patrocinio dei medesimi avvocati che, per confermare la genuinità dei creditori, ne hanno autenticato la sottoscrizione nei mandati loro conferiti e che hanno prodotto in favore degli stessi falsi atti e documenti;
– l’omessa attivazione da parte degli organi delle procedure di qualsivoglia verifica in ordine alla esistenza fisica dei soggetti sopra indicati, alla iscrizione degli stessi ad albi professionali ed alla effettività delle prestazioni;
– il mancato rinvenimento dei “progetti” e degli “elaborati” posti a fondamento delle pretese creditorie e che hanno giustificato l’erogazione dei compensi.
In un caso, uno degli imprenditori arrestati, per il tramite dell’Avvocato di fiducia, ha presentato un’istanza tardiva di ammissione al passivo fallimentare, adducendo un credito di circa 2,4 milioni di euro a fronte della realizzazione, per conto della PASQUALINI S.r.l., della sceneggiatura di una serie televisiva in 12 puntate, denominata “Serial Giallo”, da cui il nome dell’operazione. L’incarico per la realizzazione di tale sceneggiatura sarebbe stato conferito prima del fallimento dal legale rappresentante pro-tempore della società, Antonio PASQUALINI, nel frattempo deceduto. Peccato però che la PASQUALINI S.r.l., società che si occupava della estrazione, raffinazione e commercializzazione dell’olio d’oliva, non aveva mai commissionato alcuna sceneggiatura.
Le Fiamme Gialle sono riuscite a quantificare l’enorme quantità di denaro sottratta dagli attivi delle procedure concorsuali in circa 7.000.000 di euro, gran parte dei quali riciclati attraverso il rilascio, da parte dei creditori ammessi indebitamente ai fallimenti, di false “procure all’incasso” in favore di soggetti che hanno successivamente provveduto a trasferire all’estero le somme illecitamente percepite.
Le indagini hanno infatti consentito di riscontrare che le somme sottratte illecitamente alle procedure fallimentari sono state in gran parte incassate da società estere riconducibili ad un noto fiduciario e faccendiere svizzero, già emerso in precedenti vicende giudiziarie di cronaca nazionale, attraverso accrediti su conti correnti aperti presso istituti di credito ciprioti ed elvetici. Uno degli arrestati ha invece preferito riciclare i proventi illeciti attraverso i membri della sua famiglia, tra cui la moglie, una ex modella e attrice cinese.
L’ordinanza di custodia cautelare, a firma del Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Roma – Dr. Roberto SAULINO, ha spalancato le porte del carcere per quattro soggetti (due commercialisti, il faccendiere svizzero ed un imprenditore), mentre altre dieci persone sono state sottoposte alla misura cautelare degli arresti domiciliari (tre commercialisti, sei avvocati ed un imprenditore).
Nel corso dell’operazione odierna, che ha visto tra l’altro l’esecuzione di numerose perquisizioni presso le residenze ed i luoghi nella disponibilità degli indagati, è stato sottoposto a sequestro preventivo un immobile di pregio sito in Roma, via del Colosseo nr. 62, del valore di oltre 1.500.000 euro, acquistato con provviste di denaro illecitamente sottratte ad una delle procedure fallimentari investigate.
Gli odierni arrestati dovranno ora rispondere innanzi all’Autorità Giudiziaria dei gravi reati loro ascritti. Ulteriori accertamenti sono in corso presso il Tribunale Civile di Roma – Sezione Fallimentare per individuare eventuali altre procedure concorsuali anomale.