27 Febbraio 2013 : FONTE – Polizia di Stato –
Personale della Polizia Postale e delle Comunicazioni – Sezione di Latina e del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Latina hanno eseguito, congiuntamente, 5 ordinanze di custodia cautelare, emesse dal G.I.P. presso il Tribunale del capoluogo pontino – dott. Costantino De Robbio – su richiesta del Sostituto Procuratore dott.ssa Cristina Pigozzo, nei confronti di altrettanti soggetti. In particolare, per 3 soggetti (un 66enne ed un 45enne di Latina nonché un cittadino rumeno di anni 32), l’autorità giudiziaria ha disposto l’esecuzione della misura in carcere, mentre nei confronti di altri due quarantenni latinensi sono scattati gli arresti domiciliari. I reati contestati, a vario titolo, agli indagati vanno dall’associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata ed al riciclaggio di denaro di provenienza illecita, al trasferimento fraudolento di valori, al patrocinio o consulenza infedele.
Le indagini, avviate nel gennaio 2012 dal personale della squadra di polizia giudiziaria della Sezione di Latina della Polizia Postale e delle Comunicazioni a seguito di una segnalazione di poste italiane, si sono incrociate con approfondimenti di analoghe segnalazioni di operazioni sospette, effettuate ai sensi della normativa antiriciclaggio, da parte del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Latina. In particolare, le operazioni segnalate come sospette riguardavano una serie di movimentazioni finanziarie, poi individuate in quelle eseguite sui conti correnti postali e bancari aperti appositamente dai complici di un noto imprenditore pontino titolare di uno studio di infortunistica stradale a Latina e già oggetto di precedenti attività investigative relative a truffe consumate ai danni di una compagnia di assicurazioni. Le indagini della Polizia Postale e quelle del Nucleo PT della Guardia di Finanza risultavano convergere e venivano pertanto riunite sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Latina nella persona della dott.ssa Cristina Pigozzo. Questo, in sintesi, il modus operandi accertato dagli inquirenti e posto in essere dagli indagati.
Il titolare dello studio di infortunistica stradale, abilissimo nel captare informazioni relative a persone, per lo più di nazionalità straniera, rimaste coinvolte in gravissimi incidenti stradali, dopo averle contattate, riusciva a carpire la loro fiducia (o quella degli eredi in caso di sinistri mortali) al punto da farsi dapprima nominare procuratore speciale con ampie facoltà e poteri rappresentativi, onde poter intrattenere a titolo esclusivo i rapporti con le compagnie assicuratrici e riscuotere direttamente o tramite suoi fiduciari i consistenti risarcimenti, tenendo all’oscuro dei relativi ammontare i malcapitati. inoltre, il dominus dell’associazione illecita riusciva addirittura a farsi rilasciare, dalle vittime della strada (o dai loro eredi), delle vere e proprie cessioni integrali dei crediti che queste – all’oscuro degli effettivi massimali previsti per quel genere di sinistro – avrebbero vantato nei confronti delle diverse compagnie di assicurazione. In concreto, il raggiro era posto in essere sfruttando la circostanza che i feriti e/o gli eredi delle vittime decedute (per lo più stranieri di scarsa cultura oltre che in stato di totale indigenza) ignoravano – come da diversi di loro confermato in atti – la valenza delle decine e decine di clausole giuridiche contenute nelle procure speciali firmate in favore del suddetto imprenditore dietro la promessa di lauti ed immediati compensi, ottenendo invece dal predetto (spesso con dazioni anticipate in contanti) somme irrisorie rispetto al totale poi liquidato dalle assicurazioni ed intascato dal dominus dell’associazione, direttamente o tramite i suoi complici.
Ai poveri malcapitati o ai loro eredi veniva in sostanza fatto credere che le somme loro anticipate corrispondevano ai risarcimenti assicurativi al netto delle spese per la gestione delle pratiche da parte dello studio di infortunistica. È importante evidenziare che il titolare dello studio di infortunistica risulta sottoposto a misura di prevenzione personale (con obbligo di soggiorno) e patrimoniale (confisca dei beni), ragione per cui lo stesso si è servito anche di rapporti finanziari intestati ad alcuni degli altri indagati sui quali ha fatto confluire le cospicue somme erogate a titolo risarcitorio da varie compagnie di assicurazione
in relazione ai sinistri da lui patrocinati. Da tale illecita condotta sono scaturite le violazioni per riciclaggio e per trasferimento fraudolento di valori.
Le indagini hanno consentito di stabilire che le somme illecitamente ottenute attraverso i suddetti raggiri, ad oggi calcolate in circa 4 milioni di €uro, sono state prontamente ritirate in contanti dal suddetto imprenditore e dai suoi sodali. Per avere una dimensione degli importi illecitamente lucrati alle vittime dei sinistri stradali, basti pensare che in un caso, a fronte di un risarcimento liquidato per un totale di 770 mila euro dalla compagnia di assicurazioni per un sinistro verificatosi nel 2010 sul tratto autostradale A1 nel comune di Roccasecca (FR), la vittima – rimasta gravemente ferita con postumi permanenti – ha poi ricevuto dall’imprenditore soli 100 mila euro. in relazione a tali illecite condotte, il G.I.P., su richiesta della Procura della Repubblica, ha inoltre disposto il sequestro preventivo per equivalente, anch’esso eseguito in data odierna, di una serie di immobili e quote societarie riconducibili agli indagati, al fine di impedire la dispersione del patrimonio illecitamente accumulato dal sodalizio criminoso.