24 agosto 2014

Parliamo ancora dello scontro in volo dei due caccia Tornado in grado di volare a duemila chilometri all’ora, del rumore assordante, dello schianto, di quando sono spariti dietro le colline marchigiane, parliamo dei nostri ragazzi.

Il colonnello dell’Aeronautica Militare Urbano Floreali esclude tassativamente l’ipotesi che i suoi colleghi siano stati vittima di un gioco di una sfida tra piloti. Se ciò sarà confermato, la causa dello scontro in volo sarà da attribuire ad un errore umano oppure ad un problema tecnico o meccanico che avrebbe reso ingovernabile uno dei due Tornado. Secondo il Ministro della Difesa, Roberta Pinotti, la missione risulta regolarmente pianificata ed autorizzata in conformità alle norme previste e nel pieno rispetto degli standard di sicurezza. Fonti ufficiali dell’Aeronautica hanno dichiarato che i due Tornado avevano piani di volo separati, erano partiti in tempi diversi e dovevano svolgere esercitazioni differenti.

Questa tesi è stata invece contestata da alcune persone che hanno parlato di voli a bassa quota, di volo radente ad altezza quercia. Di queste e di altre questioni si occuperanno gli inquirenti del Procuratore ordinario di Ascoli Piceno e del Procuratore militare di Verona nonché della Commissione di Investigazione dell’Aeronautica. Dati attendibili potranno essere tratti dall’esame delle scatole nere, che secondo le prime valutazioni, sarebbero rimaste intatte.
I corpi di polizia e gli esperti dell’Aeronautica stanno raccogliendo i documenti di volo nonché quelli concernenti i tracciati radar e le registrazioni terra bordo terra. Della questione si occuperà probabilmente anche la Corte dei Conti che ha il potere di condannare i funzionari pubblici a risarcire una parte del danno causato allo Stato.

Ma al di là delle notizie ultim’ora, delle indagini e degli approfondimenti in questione, quello che davvero voglio esprimere in questa assolata domenica di un pigro agosto che si avvia all’epilogo, è la più assoluta solidarietà, il mio cordoglio, la mia piena vicinanza alle famiglie di Alessandro, Giuseppe, Mariangela e Paolo Piero, consapevole purtroppo che nel dolore non esistono, mai, parole adeguate che possano alleggerire gli animi.

Giovanna Cogliandro

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