05 Aprile 2013 – ore 12,30 : FONTE – Arma dei Carabinieri Comando Provinciale di Bologna –
Bologna. Un duro colpo a un clan camorristico è stato inferto dai carabinieri del ROS, coadiuvati dai Comandi Provinciali competenti, che nella giornata di ieri 04.04.2013 hanno dato esecuzione al decreto di sequestro beni emesso dal Tribunale di Bologna, su proposta della locale procura distrettuale antimafia. Il provvedimento dispone il sequestro di ingenti patrimoni accumulati dal sodalizio e localizzati nelle province di Rimini, Napoli e Caserta, per un valore complessivo stimato in circa 8 milioni di euro.
L’indagine aveva portato tra il febbraio 2011 ed il dicembre 2012 all’esecuzione di 31 provvedimenti cautelari personali per i reati di associazione mafiosa, tentato sequestro di persona, estorsione, usura ed altro, aggravati dal metodo mafioso, documentando l’operatività dell’organizzazione camorristica dedita ad attività usurarie ed estorsive, consumate con modalità tipicamente mafiose, in danno di imprenditori e commercianti dell’Emilia Romagna e della Repubblica di San Marino. In particolare, il progetto criminale del sodalizio era stato attuato ricorrendo all’acquisizione fraudolenta di avviate aziende, poi condotte a fallimento, per perpetrare truffe ai danni di istituti di credito e di imprenditori del luogo.
L’indagine patrimoniale ha delineato l’asse economico-imprenditoriale di derivazione illecita, sottoponendo a sequestro numerose società operanti prevalentemente nei settori della ristorazione, del recupero crediti, dell’edilizia e delle investigazioni private, nonché immobili ubicati nei Comuni di Rimini, Brusciano (NA), Monte Grimano (PU), Lupara (CB) e Casal di Principe (CE).
L’attivita’ ha evidenziato come gli indagati, allo scopo di sottrarre le ricchezze illecitamente accumulate da possibili provvedimenti di natura ablativa, abbiano fatto ricorso all’utilizzo di prestanomi e di soggetti a loro legati da vincoli di parentela. Tra i beni sequestrati rientrano:
– Un’importante struttura ricettiva e ristorativa in Rimini acquisita con proventi illeciti e successivamente alienata, al fine di eludere le disposizioni in materia di misure di prevenzione antimafia;
– Un’agenzia investigativa di Rimini, il cui titolare e’ indagato per aver fornito agli esponenti apicali del clan informazioni per l’esercizio fraudolento dell’attività di recupero crediti;
– Due società di recupero crediti riconducibili al capo clan ed utilizzate per dissimulare le attività estorsive ed usurarie, nonché per cooptare le attività economiche delle vittime.
– Undici immobili, dodici beni mobili, oltre sessanta rapporti bancari e contratti assicurativi.
L’indagine ha svelato, inoltre, come, attraverso le varie attività commerciali, l’organizzazione fosse riuscita a far circolare denaro, assegni ed altri titoli, costituenti il prezzo ed il profitto dei reati.
L’individuazione e l’apprensione dei beni di origine illecita si conferma, pertanto, uno degli obiettivi primari dell’attivita’ della procura distrettuale bolognese, per depotenziare le organizzazioni mafiose e limitarne la pericolosa forza economica.