27 Giugno 2020: FONTE -Stellad’Italia News-
Quarantanni sono tanti. Pensiamo a noi stessi quarantanni fa e pensiamo a questi quarantanni vissuti dai parenti dei morti, qualificati “innocenti” dal presidente della Repubblica e indubbiamente tali, agnelli sacrificali di una battaglia aerea per abbattere un jet libico dell’ondivago dittatore Gheddafi, nemico e amico dell’Italia a seconda della sua convenienza, noto terrorista e finanziatore del terrorismo.
Sappiamo che l’obiettivo era un veivolo libico, sappiamo che nell’area c’erano sia francesi che americani, oltre a noi, spettatori tenuti accuratamente lontani da potenze superiori, da ordini di subalternità.
Eppure nonostante la propaganda, i discorsi inconcludenti, i richiami “neomelodici” a chi, pur sapendo, tace e che dovrà portarsi il segreto nella tomba la verità non viene a galla e con la verità anche il triste fatto della nostra impotenza di allora, nel nostro dover coprire gli assassini dei nostri innocenti per non turbare i rapporti nella NATO, per non creare imbarazzo ai nostri padroni-alleati.
Non ci sarebbe bisogno di un pilota americano o francese che confessi di aver premuto il bottone di sparo di un missile a ricerca termica, la nostra rete radar di Difesa Aerea ha sempre saputo tutto e basterebbe che saltassero fuori i tracciati fatti sparire o alterati per ordini superiori.
Quarantanni sono tanti. Quanti altri ne serviranno per ristabilire una verità che permetta ai parenti delle vittime il sollievo, per quanto non consolatorio, dopo aver saputo il perchè i loro cari sono stati spazzati via dal cielo finalmente sapere anche da chi?
Andrea Marrone – Stella d’Italia News