20 Gennaio 2020: FONTE – Marina Militare –
Una grandissima dimostrazione di umanità e solidarietà per il popolo di Haiti
Port-au-Prince fu letteralmente rasa al suolo da un terremoto nella notte tra il 12 ed il 13 gennaio 2010. I primi bilanci parlavano di «oltre centomila morti», il paese fu improvvisamente nel caos, le comunicazioni telefoniche interrotte, le prime notizie solo tramite internet.
La “macchina degli aiuti” si mise subito in moto: dagli Stati Uniti partì la portaerei USS Carl Vinson e il suo battle group. Anche il resto del mondo si mobilitò in breve tempo. I velivoli C130 dell’Aeronautica Militare Italiana partirono con carichi di aiuti e il Ministro della Difesa il 15 gennaio dichiarò: “Ho in mente di proporre oggi al Presidente del Consiglio la possibilità di inviare anche una nave, che in una situazione del genere potrebbe essere estremamente utile. Noi siamo pronti”.
Ebbe così origine la prima dislocazione operativa di Nave Cavour che fu rapidamente approntata nella base navale di La Spezia. Fu imbarcato un dispositivo nazionale interforze composto da quasi ottocento militari, una Task Force composta dalla Brigata Julia, Carabinieri, militari dell’Aeronautica, personale della Croce Rossa Italiana e Fucilieri di Marina del Reggimento San Marco. Nata dall’esigenza di disporre di uno strumento navale con elevate capacità di Comando e Controllo per operazioni interforze e internazionali, nave Cavour permette contemporaneamente il trasporto degli aeromobili e l’imbarco nell’hangar di materiali, veicoli e mezzi anfibi. Notevoli sono, inoltre, le capacità di assistenza sanitaria che la nave è in grado di offrire. L’area ospedaliera di bordo dispone infatti di 2 ambulatori, 1 sala rianimazione, 2 sale operatorie, 8 posti letto per terapia intensiva, sala radiologica-TAC, sala trattamento ustionati, laboratorio di analisi e laboratorio odontoiatrico. Inoltre è stata imbarcata la camera iperbarica mobile del Comando Subacqueo Incursori in grado di fornire la più idonea terapia alle sindromi da schiacciamento. In sintesi nave Cavour con la sua polivalenza era lo strumento ideale per condurre l’operazione che fu denominata “White Crane“.
Il 18 gennaio 2010 prese il mare da La Spezia per fornire assistenza alla popolazione di Haiti e, dopo una sosta nel porto di Civitavecchia per imbarcare ulteriori aiuti umanitari World Food Programme, affrontò la traversata atlantica mantenendo una velocità superiore ai 27 nodi: una corsa contro il tempo per coprire oltre 4600 miglia. Dopo dieci giorni di navigazione la portaerei Cavour giunse in Brasile dove iniziò la collaborazione italo – brasiliana per la missione umanitaria ad Haiti; l’accordo per un intervento congiunto in aiuto della popolazione di Haiti fu frutto del positivo clima di avvicinamento e cooperazione tra i due paesi, e fu originato dalla forte vicinanza culturale e da sinergie nel tempo sviluppate, in diversi settori dell’economia e dell’industria.
La nave rientrò in patria quattro mesi dopo, il 14 aprile 2010 fu accolta nel porto di Civitavecchia da autorità politiche e militari, decretando così la fine della missione “White Crane”. Il contingente imbarcato anche se così eterogeneo aveva portato a termine con successo un’imponente missione umanitaria grazie alla collaborazione, l’integrazione, il supporto reciproco sotto il motto della bandiera di Haiti che fu anche l’essenza di White Crane: “l’unione fa la forza“. Cinquantanove giorni ad Haiti per ridare fiducia ad una popolazione segnata dalla tragedia. Durante quei giorni furono effettuati interventi sanitari e chirurgici, sgomberati migliaia di metri cubi di detriti, ricostruite strade e ripristinate infrastrutture. Fu una grandissima dimostrazione della profondità di valori come umanità e solidarietà senza i quali il popolo di Haiti sarebbe stato destinato a sofferenze maggiori. La portaerei Cavour aveva superato la sua prima prova costituendosi una base solida, sicura per una missione supportata anche dal sistema industriale italiano.
TESTO E FOTOGRAFIE DI PROPRIETÀ – MARINA MILITARE – ITALIAN NAVY –