03 Maggio 2019: FONTE -Unione Stella d’Italia-
Come accade puntualmente la ricorrenza della insurrezione generale che portò, in Italia, alla fine della II Guerra Mondiale ma non alla fine delle esecuzioni sommarie e delle violenze sui vinti rappresenta un momento divisivo. Quella che dovrebbe essere una festa condivisa visto che rappresenta una fine e un inizio, la fine di una dittatura e l’inizio del percorso democratico nel nostro Paese viene deturpata da chi, a distanza di oltre settant’anni, non manca di rinfocolare odio di parte, cosa particolarmente strumentale e assurda visto che quella parte da odiare non esiste più da quel 28 aprile del ’45 quando, tra la mattanza generale, fu fucilato anche chi era la personificazione assoluta della sua creatura, il fascismo e un fascismo senza Mussolini è stato e sarà sempre un fenomeno irripetibile.
Ma vediamo a noi, un rappresentante delle Istituzioni, il Generale di Brigata Paolo Ricò, sentendo infangare il prestigio e l’onore dell’Esercito Italiano a Viterbo, dove un rappresentante dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia ha accusato, senza prove alcune, del fatto che civili afghani sono stati uccisi da nostri militari, ha deciso di abbandonare il picchetto d’onore salutando le altre istituzioni presenti e facendo ritirate l’aliquota militare da lui comandata.
Ricordo qui che la resistenza non fu fatta solo da elementi in abiti civili che sparavano alle spalle alle persone ma anche e soprattutto da soldati che, al di là del fronte combatterono nelle brigate partigiane e al di qua nel rinato Esercito che, a fianco degli alleati, risalì la penisola per riconquistare combattendo la dignità perduta con l’armistizio e il capovolgimento delle alleanze e che quindi la rappresentanza delle FFAA aveva ogni diritto, oltre che il dovere, di partecipare a questa ricorrenza senza per questo essere infangata.
Ora invece di elogiare il senso delle Istituzioni, la dignità e il tatto con cui il Generale Ricò ha espresso il suo giusto sdegno per l’affronto portato alle Forze Armate il ministro della Difesa, la grillina Trenta, mostrando ancora una volta l’anima vera del partito che l’ha portata a ricoprire una carica delicatissima e importante, ha deciso di aprire una inchiesta ai danni del Generale Ricò.
L’unione Stella d’Italia e Stella d’Italia News esprimono la massima solidarietà al generale Ricò, sdegno per le offese gratuite che il rappresentante dell’ Anpi ha deciso di profferire verso le FFAA che, in Afghanistan e in altri teatri hanno sempre eseguito con onore e a prezzo di molte vittime, la missione di proteggere le popolazioni e implementare pace e sicurezza. Stigmatizzano il ministro Trenta che ha dimostrato anche in altre occasioni di avere una visione antitetica ai valori espressi dalle FFAA e invece di rappresentarne altri che vorrebbero una Forza Armata emasculata e ridotta a una sorta di protezione civile non funzionale alla missione di difesa nazionale che è invece la massima priorità per chi ha deciso di servire la Patria in armi.
Andrea Marrone
Impossibile commentare il comportamento del ministro Trenta.
Un grande grazie al Generale di Brigata Paolo Ricò per il suo comportamento.