06 Ottobre 2016 : FONTE – Marina Militare –
Attraverso una delicata operazione subacquea iniziata lo scorso 29 marzo, i Palombari EOD della Marina hanno concluso lo scorso 23 settembre la bonifica dei fondali dell’isola del Trimelone (lago di Garda), attività che ha permesso di rimuovere 24.700 ordigni esplosivi residuati bellici.
Per la sua collocazione strategica, a poco più di 300 metri dalla frazione di Assenza lungo la costa orientale del lago di Garda, nel corso dei secoli l’isola di Trimelone ha sempre avuto una forte connotazione militare, fino a diventare nel dopoguerra una polveriera.
L’evento che portò alle cronache quell’area risale alla notte del 5 ottobre del 1954: un terribile boato, seguito da un devastante incendio che durò tre giorni, distrusse più di metà dell’isolotto. L’onda d’urto fu talmente violenta da proiettare rocce e manufatti nelle acque del lago di Garda, depositando su tutto il fondale migliaia di ordigni e casse di esplosivi di ogni tipo.
Solo nel 1997 si avviò una prima fase di bonifica dell’isola che, per quanto riguarda gli ordigni proiettati in mare, coinvolse i Palombari di Comsubin dislocati presso il Nucleo S.D.A.I. di Ancona (Sminamento Difesa Antimezzi Insidiosi). L’intervento, riproposto nel 2006/2007, permise direcuperare e distruggere quasi 100 mila ordigni di ogni forgia e tipo, risalenti alla Prima e Seconda Guerra Mondiale.
A quella data, sebbene la superficie dell’isola si potesse considerare completamente bonificata, i fondali compresi tra i 10 ed i 39 metri presentavano ancora 149 punti con possibilie presenza di ordigni esplosivi.
Su richiesta dell’Ufficio territoriale del Governo – prefettura di Verona, il 29 marzo 2016 sono riprese le operazioni di bonifica subacquea condotte dai Palombari EOD del Gruppo Operativo Subacquei, attività che hanno permesso di rimuovere un totale di 753 ordigni, tra i quali 24 casse contenenti 1.000 detonatori ciascuna.
Le 198 ore di immersione, condotte con l’Apparecchiatura Subacquea Alimentata dalla Superficie (A.S.A.S.) e con le strumentazioni necessarie all’individuazione dei manufatti ferromagnetici, si sono svolte in condizioni di visibilità molto scarsa e con temperature dell’acqua che spesso non superavano i 10°C.
Gli ordigni esplosivi e parti di essi, individuati e rimossi dai Palombari di Comsubin, sono stati successivamente consegnati al personale dell’8° Reggimento Genio Guastatori dell’Esercito Italiano per la loro distruzione.