le tappe della vergogna

29 Ottobre 2015: FONTE -Unione Stella d’Italia-

Marino si, Marino no…quando finirà questa stucchevole storia dai contorni rivoltanti? Ovviamente queste faide fratricide non sono nuove, pensiamo a Abele e Caino ma, oggi più che mai, servono a tenere lontana l’opinione pubblica dalle cattive notizie focalizzandone l’attenzione mentre quelle supposte buone vengono starnazzate a tutta voce dagli annunciatori della TV di Stato.

Un notizia però forse è sfuggita ai compilatori di veline interni alla RAI, beh, ogni tanto tra un caffè e una pausa pranzo qualcosa si firma di sfuggita senza rendersi conto delle implicazioni.

Un clandestino marocchino, un certo Abdelmajid Touil, pare ingiustamente accusato dalle autorità della Tunisia di essere complice degli spregevoli terroristi che hanno attaccato il museo del Bardo uccidendo, tra altri, anche degli inermi turisti italiani, detenuto da cinque mesi in attesa di indagini, è stato scarcerato e portato subito in un centro d’accoglienza in attesa dell’espulsione che, se tanto mi da tanto, non avverrà. Ma la notizia vera, quella interessante è che è stata negata alla Tunisia la sua estradizione. La motivazione? Semplice, le leggi della Repubblica Italiana, Patria del Diritto, vietano di estradare chiunque, sia esso italiano o straniero, verso un paese dove i crimini di cui questo individuo è imputato possano condurre ad una sua pena di morte e, visto che in Tunisia per il reato di terrorismo è prevista la pena di morte, Abdelmajid, colpevole o innocente rimane in Italia e ne viene espulso da uomo libero visto che pare che fosse a passeggio in Italia mentre altri sterminavano in nome di Allah uomoini e donne innocenti nel museo del Bardo di Tunisi.

Come non essere fieri di una legge così civile? Impossibile, e noi infatti ne siamo fieri. Però…

Però allora vorrei sapere perché in nostri Fucilieri di Marina sono stati costretti a rientrare in un paese che, per le accuse mosse a loro carico, prevede la pena di morte?

Se tanto mi da tanto gli esponenti del governo italiano dell’epoca, dal Presidente della Repubblica al Presidente del Consiglio fino all’ultimo dei ministri coinvolti hanno violato la legge in maniera plateale e allora chiedo e invoco un intervento della Magistratura che indaghi, incrimini e processi chi la legge ha infranto in nome di interessi economici che poco hanno a che fare con il bene pubblico e tanto con quello di grandi aziende private o semi private.

Vedremo se qualche magistrato avrà il coraggio e la voglia di fare il suo lavoro.

Andrea Marrone

 

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