17 Ottobre 2015: FONTE -Unione Stella d’Italia-
Ieri ho avuto il piacere e l’onore di essere presente alla festa della Brigata Paracadutisti “Folgore”, annuale incontro che commemora la Battaglia di El Alamein dove i paracadutisti italiani si coprirono d’onore affrontando un nemico superiore per immensa sproporzione di uomini e per armamento.
Non è il caso di citare ulteriormente quel fatto bellico che dovrebbe fare riflettere quanti sono convinti che gli italiani siano dei cialtroni vigliacchi e furbastri come una nostra demenziale cinematografia ci ha voluto dipingere e ci ha fatto conoscere nel mondo. Quello che è successo tra le sabbie del deserto è un monumento perenne al valore e allo spirito di sacrificio degli italiani.
Riflettiamo invece sul significato di una festa come quella di ieri che ha visto idealmente abbracciati i paracadutisti in servizio, i congedati con il basco amaranto o addirittura verde sui capelli bianchi e le famiglie, tra cui quelle di alcuni Caduti.
Giuseppe Garibaldi auspicava una nazione in armi che opponesse la sua volontà di riscatto agli stranieri che spadroneggiavano sul suolo della Patria. Recentemente perfino l’esponente di una forza politica anti nazionale e nel cui DNA c’è la scissione dell’Italia in piccole e miserabili patrie egoiste auspica un ritorno alla leva perché le Forze Armate insegnino rispetto ed onore alla gioventù italiana. Un altro con le idee assai poco felici in termini militari blaterava di otto milioni di baionette. Ma cosa è, in fin dei conti, cosa rappresentano le Forze Armate in un paese democraticamente maturo come dovrebbe essere l’Italia?
In linea di principio tutto, in un ordinamento democratico, appartiene al Popolo e quindi le Forze Armate appartengono a noi tutti. Quando esse sono svilite in compiti che non dovrebbero svolgere, come quelli di ordine pubblico per esempio, o quando sono insultate da elementi anti patriottici in nome di un mondialismo di infima lega, siamo tutti sviliti e offesi e quando una serie di governi obiettivamente vergognosi non si curano di fare rientrare dei militari presi ostaggi da una potenza straniera e non si preoccupano di restaurare l’onore delle sue Forze Armate infangato all’estero con accuse infamanti e in Patria perfino sbeffeggiate da un guitto in televisione che ha osato asserire che l’ultima volta che i militari italiani hanno sparato hanno ucciso due pescatori indiani, allora non sono due italiani, servitori dello Stato ad essere colpiti ma la è tutta la Nazione.
Non è quindi che Popolo ed Esercito debbano avere vicinanza o simpatia reciproca: essi sono una sola cosa.
Questo bisogna capire e bisogna che lo capiscano per prime le gerarchie militari. Non esiste una divisione tra il Popolo italiano e le sue Forze Armate.
Del resto bastava vedere lo scorso sabato 10 Ottobre nella Base del Varignano i sommozzatori della Marina Militare impegnati finanziariamente e con l’impegno personale al restauro della Cappella, schierati sul cortile a rendere onore alla loro tradizione, ieri venerdì 16 Ottobre alla caserma Gamerra di Pisa, sede del CAPar lo spettacolo di centinaia di baschi amaranto indossati dai paracadutisti in congedo per capire quella unione indissolubile tra Popolo e Forze Armate.
Poi, con commozione, un ricordo tra tutti: il Leone della Folgore, reduce di El Alamein, Santo Pelliccia, con la sua storica uniforme sull’attenti davanti alle Bandiere, salutarle militarmente nonostante i suoi 96 anni e poi chinarsi a baciare un lembo di quei simboli della unità nazionale tanto cari ai cuori dei militari quanto a quelli di tutti gli italiani degni di questo nome.
Andrea Marrone