Le lacrime e le accuse

17 luglio 2015: FONTE -Stella d’Italia News-

Dopo aver archiviato la Grecia, condannata dalla sua inetta classe politica…non siamo i soli ad essere messi male, ad un futuro di povertà e sottosviluppo, ecco che arrivano le lacrime di Crocetta a distogliere l’attenzione dal dato trionfalistico del governo circa il fatto che la povertà assoluta in Italia, udite udite: NON E’ AUMENTATA!

O che bello, i poveri sono sempre gli stessi, non aumentano e non diminuiscono, rimangono lì, a guardare le vetrine dei saldi, a occhieggiare i cassonetti della spazzatura, a sognare improbabili vendite alle tante lotterie che un altro furbo governante si è inventate per far cassa sulle illusioni dei poveracci.

Ma torniamo a Crocetta, le sue lacrime sono tanto indecorose come le sue accuse di oggi sul fatto che lo si voglia eliminare, perfino uccidere e tutto perché salta fuori una presunta intercettazione, l’Espresso dice “secretata”, in cui il suo medico, in carcere per aver truffato il Servizio Sanitario Nazionale, ha espresso il desiderio che la Sig,ra Borsellino, figlia del giudice martire, faccia la fine del padre. Il condizionale è doveroso perché i giudici a Palermo dicono che questa intercettazione non esiste mentre l’Espresso dice che è secretata. Come al solito in Italia le verità vanno sempre a coppie, quando non hanno altri multipli.

Quello che è invece certo è che Crocetta, che non avrebbe commentato la frase incriminata e che, ripeto, non si sa se sia mai stata pronunciata ha reagito in maniera indegna di un uomo delle istituzioni e, non a caso, sia destra che sinistra invocano le sue dimissioni.

Sarebbe però forse anche il caso di approfondire queste dimissioni, di interrogarsi sul senso del mantenimento della autonomia regionale siciliana, una autonomia ottenuta in un momento di grave crisi nazionale e volta a scongiurare l’abbandono dell’Italia da parte dell’isola che coltivava un ingenuo desiderio di diventare uno stato degli Stati Uniti d’America.

Da quel momento la Regione Sicilia è stata una voragine di denaro, un secchio sfondato, un caso emblematico di cattiva amministrazione, di clientelismo, di collusioni di tutti i tipi e quindi, oserei dire: basta.

Basta non solo con la Sicilia come regione autonoma, ma anche con tutte le altre visto che non mi pare né giusto né decoroso che un cittadino lombardo abbia meno benefici dallo Stato italiano, che appartiene a tutti indistintamente, di uno della Valle d’Aosta.

Aboliamo i privilegi, le regioni autonome e possibilmente scegliamoci dei governanti che facciano, da uomini e da donne con la schiena diritta, il loro dovere istituzionale e che pensino al bene della Patria e non al tornaconto loro o della loro conventicola.

Andrea Marrone

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