10 Luglio 2015: FONTE -GdF Comando Prov.le Varese-
I militari della Guardia di Finanza di Malpensa in collaborazione con i funzionari dell’Agenzia delle Dogane hanno portato a termine un’articolata operazione denominata “Caffè Corretto” finalizzata al monitoraggio ed alla contestuale repressione dell’importazione illegale di sostanze stupefacenti, attraverso il ricorso a mirata
attività di analisi e profiling elaborata dai militari del Corpo.
Il costante monitoraggio delle tradizionali rotte d’ingresso utilizzate sia dalle grandi organizzazioni dedite al narcotraffico che dagli improvvisati corrieri di sostanze destinate allo spaccio ed al consumo di piccole quantità ha consentito, nel corso degli anni, di ottenere significativi risultati di servizio a consolidamento del controllo sui canali di provenienza “classici” originati in America Centro-meridionale.
Le considerazioni appena espresse costituiscono le fondamenta dell’operazione “Caffè Corretto” nell’ambito della quale la puntuale applicazione dei criteri di analisi ha consentito ai militari del Reparto di procedere ad una selezione capillare del target di riferimento realizzata anche attraverso l’individuazione di quelle che sono le
caratteristiche tipiche del narcotrafficante che utilizza lo scalo di Milano-Malpensa.
Un ulteriore spunto di riflessione , posto alla base dell’intensificazione di controlli mirati, è stato fornito dall’utilizzo di passaporti richiesti solitamente proprio nei giorni immediatamente antecedenti alla partenza per l’Italia nei confronti di soggetti che, di norma, presentano alcune caratteristiche “tipiche” quali l’esiguo reddito prodotto, l’aspetto generale della persona, la consistenza del bagaglio al seguito e l’itinerario da percorrere (incertezze manifestate in relazione alle sistemazioni in albergo, ai soggetti da incontrare ecc…) che risultano in aperto contrasto con quelle del passeggero-tipo.
In particolare, sono stati selezionati, sottoposti a controllo e tratti in arresto 60 trafficanti di cui 29 c.d. “Ovulatori” e 31 c.d. “Corrieri” che utilizzano, in quest’ultimo caso, quale principale metodo di occultamento della sostanza stupefacente, la creazione di doppifondi all’interno dei bagagli stivati; sono stati, inoltre, deferiti alla Procura della Repubblica di Busto Arsizio n. 5 soggetti e si è giunti al sequestro di circa 284 Kg. di sostanza
stupefacente, con la cocaina che l’ha fatta purtroppo “da padrone” con un totale di circa 114 Kg di sostanza posta sotto sequestro. Appare, inoltre, opportuno evidenziare come l’area principale di provenienza della sostanza stupefacente sia quella dell’America Latina tranne che per l’eroina dove il Pakistan risulta essere lo Stato “principe” per quanto riguarda l’importazione di tale sostanza, mentre per quanto riguarda i passeggeri
tratti in arresto il dato che risalta maggiormente è quello relativo ai 21 cittadini italiani e agli 11 cittadini pakistani (principalmente implicati nel traffico di eroina).
Tra le risultanze operative più significative dell’attività di servizio in parola possono essere senza dubbio citate quelle relative ai numerosi fermi effettuati nei confronti di corrieri che avevano occultato, per cercare di aggirare i controlli, la sostanza stupefacente all’interno di confezioni di caffè trasportate nei sacchetti destinati a contenere i prodotti acquistati presso i duty free degli aeroporti di partenza. Questi singolari quanto inutili tentativi di sviare l’attenzione dei militari dal contenuto di articoli assolutamente comuni in aeroporto non hanno, in ogni caso, sortito l’effetto sperato grazie alla professionalità e la competenza dimostrata, ancora una volta, dalle Fiamme Gialle di Malpensa coadiuvate dalle unità cinofile.
Un ulteriore e preoccupante fenomeno criminale registrato nei primi sei mesi dell’anno è stato quello relativo ai fermi di ovulatori di eroina di nazionalità pakistana, passeggeri di età media prossima ai 35 anni e che trasportavano una media di 50 ovuli a persona contenenti sostanza stupefacente: nella maggior parte dei casi si è trattato di soggetti residenti in Emilia Romagna (nello specifico prevalentemente nell’hinterland bolognese e modenese), di bassa estrazione sociale e dal profilo reddituale molto modesto.
Altri aspetti di rilievo comuni relativi ai trafficanti pakistani riguardano l’utilizzo di tratte aeree inusuali e dal costo tutt’altro che irrisorio e l’insospettabilità dei soggetti tratti in arresto che denotavano un comportamento che non faceva trapelare nulla circa le loro reali intenzioni criminose.
Risultati notevoli sono stati raggiunti anche per quanto riguarda i fermi di Khat, la cosiddetta “droga dei poveri” in quanto poco costosa ma ugualmente pericolosa per la salute. Il consumo di questa sostanza avviene tramite la masticazione delle foglie ed il prodotto migliore è quello che si ottiene dalle foglie giovani ed integre, quindi più tenere.
In due differenti operazioni sono stati rinvenuti complessivamente 132 Kg. circa di Khat e sono stai tratti in arresto tre cittadini, due di nazionalità rumena ed uno etiope.
I risultati più significativi dell’operazione in parola sono stati senza dubbio il sequestro di circa 17 Kg. di eroina operato ai danni di un solo cittadino pakistano U.C.S. di anni 39 residente in Spagna ed il sequestro di circa 16 Kg di cocaina operato ai danni di una cittadina brasiliana, B.L.L. di anni 26.
Il caso più particolare e per molti aspetti più tragico riguarda quello relativo all’arresto di un’intera famiglia di cittadini del Costa Rica costituita da padre, madre, figlia con a seguito una bimba di appena 17 mesi provenienti da San Josè (Costa Rica) via Madrid (Spagna).
L’ispezione dei bagagli al seguito e la successiva perquisizione personale davano esito negativo per il padre e la madre, mentre la figlia più grande veniva trovata in possesso di sostanza stupefacente occultata nella cavità vaginale; la stessa, accompagnata presso il locale nosocomio evacuava spontaneamente due ovuli contenenti cocaina. Successivamente, previo consenso, tutti i soggetti venivano accompagnati presso l’Ospedale di Gallarate, dove venivano sottoposti a visite ginecologiche (per le due donne) ed esame radiologico.
Quest’ultimo esame permetteva di evidenziare la presenza di corpi estranei all’interno delle cavità endoaddominali di tutti e tre i passeggeri, che una volta espulsi sono risultati essere pari a n. 252 per un peso complessivo di circa 3 Kg. di cocaina. I tre soggetti venivano tratti in arresto.
Gli importanti risultati appena illustrati, rimarcano ulteriormente la costante attività di controllo effettuata dai militari della Guardia di Finanza a presidio dell’importante scalo intercontinentale di Malpensa, che si rivela ancora una volta una delle principali porte d’ingresso del nostro Paese.