12 Giugno 2015: FONTE -Marina Militare-
Ieri Nave Libeccio ha dato il cambio a Nave Grecale nell’Operazione Atalanta, la missione europea di contrasto alla pirateria nelle acque del Corno d’Africa e dell’Oceano Indiano. Nave Grecale ha lasciato le acque del Mar Rosso per far ritorno alla Base Navale di La Spezia dopo 4 mesi di attività.
L’Unità, al comando del Capitano di Fregata Onofrio Marco Frumusa, dallo scorso 17 febbraio era entrata a far parte del dispositivo della EUNAVFOR Task Force 465 con un equipaggio di circa 220 militari, dopo un periodo di preparazione specifica per le operazioni di antipirateria presso il Centro di Addestramento Aero-Navale della Marina a Taranto.
Nei 114 giorni di missione, di cui 90 trascorsi in mare e 24 in porto (Salalah, Antsiranana, Mascate, Duqm e Gibuti), Nave Grecale ha percorso 18.070 miglia nautiche in 2.120 ore di moto ed effettuando 10 rifornimenti laterali con Unità della Marina Statunitense, Australiana e Inglese. Durante tale periodo, in supporto alle organizzazioni marittime del traffico commerciale, sono stati controllati 1000 mercantili. Il contrasto alla pirateria è infatti cruciale per garantire la sicurezza dei mari, senza la quale sarebbe pregiudicata sia l’economia mondiale, sia l’effettivo flusso degli aiuti umanitari, nonché l’istaurarsi di quella condizione di stabilità basilare per lo sviluppo locale.
Sono state anche portate a termine cinquanta attività di “Friendly Approach” con le piccole imbarcazioni di pescatori ed i tipici dhow che operano nei pressi della Somalia ed in Oceano Indiano, per sviluppare una migliore conoscenza della missione europea e collaborazione contro il fenomeno della pirateria, fornendo in più occasioni assistenza medica e tecnica. È stato anche assistito un rimorchiatore (Tug ALAA) alla deriva nel Golfo di Aden al largo delle coste dell’Oman; attività di cooperazione e addestramento (Local Maritime Capacity Building) a favore della Marina Omanita e della Marina Malgascia; 153 ore di volo con l’elicottero SH212 imbarcato.
Significativa, infine, anche tra le attività di cooperazione e supporto della comunità civile locale quella a favore del reparto di otorinolaringoiatria infantile dell’ospedale di Gibuti, al quale sono stati forniti strumenti di diagnosi basici ma necessari, e ad un Ospedale ed un orfanotrofio di Antsiranana in Madagascar.