7 Maggio 2015: FONTE -Unione Stella d’Italia-
E’ arrivata da poco la notizia che il tragico barcone della strage dello scorso 18 Aprile è stato rintracciato a 85 miglia dalle coste libiche, quindi in acque internazionali. Per questa ricerca, coronata da successo, sono state impiegate tre navi della nostra Marina Militare, i cacciamine Gaeta e Vieste e la corvetta Sfinge che, con le loro sofisticate dotazioni, hanno rintracciato un barcone di colore blu, di circa 25 metri a 375 metri di profondità.
La ricerca è stata ordinata dalla Procura della Repubblica di Catania. Questa è la notizia, bene, un bravo agli equipaggi che hanno, nella tradizione della Marina, adempiuto all’incarico affidatogli.
Però, scusate tanto, ma quanto ci costa muovere tre navi militari per andare a rintracciare un relitto affondato in acque internazionali? E poi, dopo averlo trovato, che si farà? Probabilmente una costosissima operazione di recupero ma a che scopo? Per verificare che sia affondato? Pare palese che lo sia visto che si trova a 375 metri sotto il mare. Per verificare come sia affondato? Beh, scusate, chissenefrega.
Si trattava di una carretta del mare, marcia e data per persa dagli scafisti insieme a tutti i passeggeri, c’è solo da stupirsi che abbia potuto fare 85 miglia prima di incontrare il suo destino. Capisco che i signori giudici vogliano vederci chiaro, è il loro lavoro, ma non è un inutile spreco di denaro prezioso? Dopo che stabiliamo perché è affondato il barcone che ce ne facciamo di questa inutile informazione?
Scusatemi tanto ma io metterei qualcuno sotto processo perché in uno stato che dichiara che è “immorale” risarcire interamente i pensionati a cui la legge piagnona della Fornero, piagnona nella migliore tradizione partenopea del “chiagni e fotti”, e scusatemi il francesismo, in uno stato che non ha i soldi per pagare straordinari e scatti d’anzianità per le Forze dell’Ordine e per le Forza Armate, distaccare tre navi militari per togliersi una curiosità in acque internazionali sulle quali non si ha nessuna competenza è un atto scellerato.
L’Unione Stella d’Italia, rispettosa della Legge, vicina alle FFOO e alla Magistratura non può rimanere però in silenzio di fronte a queste macroscopiche storture e spreco di risorse sia umane che economiche. Sarebbe finalmente ora di ristabilire la normalità in un Paese che ne è stato privato da troppo tempo e ben venga la legge sulla responsabilità civile dei Giudici, se sbagliano paghino anche loro, come tutti e se sperperano ne rendano ragione alla Corte dei Conti.
Andrea Marrone