26 Maggio 2021: FONTE – Aeronautica Militare –
E’ stata l’Accademia Aeronautica di Pozzuoli la sede scelta per presentare lunedì 24 maggio le best practice ed i risultati del progetto “Tecnologia e formazione: il contributo dell’Aeronautica Militare per la tutela dell’ambiente e della salute dell’uomo“.
L’evento, che si inserisce nell’ambito di una serie di percorsi di formazione extra-curriculare su temi quali l’impiego dei droni, la cyber-defence e l’aerospazio per permettere ai giovani frequentatori dell’Istituto di ampliare, con attività di studio, ricerca e dimostrazione, gli ambiti di conoscenza in campo aeronautico, è stato l’ultimo di un ciclo di tre incontri dedicati alle capacità di Intelligence, Sorveglianza e Ricognizione (ISR) nelle operazioni militari. Tali capacità, mutuate in altri domini – come ad esempio l’Ambiente, possono favorire una migliore consapevolezza in molteplici situazioni di rischio e/o nel fronteggiare emergenze.
Le parole del Capo di Stato Maggiore dell’AM
A sottolineare il particolare significato istituzionale dell’evento è stata la partecipazione del Capo di Stato Maggiore dell’AM, Generale di squadra aerea Alberto Rosso: “Quella di oggi è un’opportunità fondamentale per promuovere il sistema Paese, ovvero per fare sinergia non solo a vantaggio dei giovani, in questo caso i ragazzi dell’Accademia Aeronautica, ma anche a sostegno di esigenze di altri dicasteri, per il benessere e la tutela della salute e del nostro territorio. Sono orgoglioso – ha continuato il Generale – sia perché i processi formativi dell’Accademia sono attuali, sono al passo coi tempi e offrono ai giovani la possibilità di confrontarsi con quelle che sono le nuove tecnologie e i nuovi domini: lo spazio, i droni, la dimensione cibernetica, l’informatica; sia perché la collaborazione con le università, i centri di ricerca e l’industria può portare profitto e benefici, per crescere insieme e offrire nuove opportunità al nostro Paese”.
L’intervento dei relatori
Tra i relatori dell’evento il Col. Angelo De Angelis ed il Prof. Massimiliano Lega, due professionalità che hanno raccontato la loro esperienza operativa maturata negli anni in due domini distinti ma approdata ad una proficua e sinergica collaborazione nell’attuazione dell’accordo di collaborazione sperimentale, siglato nel luglio 2019 tra Presidenza del Consiglio dei Ministri ed Aeronautica Militare. Tale accordo, nato su impulso dell’Unità di Coordinamento diretta al tempo dall’Ing. Fabrizio Curcio – oggi Capo del Dipartimento della Protezione Civile – ha consentito di impiegare le capacità ISR dell’AM a supporto del piano di azione interministeriale per il contrasto dei roghi di rifiuti e, in particolare, di quelle aree tristemente note come “terre dei fuochi”.
“Conoscere un problema non significa comprenderlo – ha detto il prof. Lega a margine dell’evento -, occorre conoscere le dinamiche complesse con cui si verificano alcuni fenomeni, mettere in relazione gli aspetti che accomunano più luoghi e più punti di interesse perché i fenomeni non sono casuali né frutto di un problema culturale. La “Terra dei Fuochi” non è una, è l’Italia intera. Solo con questo tipo di consapevolezza si può capire come intervenire, per esempio con un’azione di prevenzione e contrasto”.
Grazie all’impiego di competenze, tecnologie, sensori e assetti aerei dell’Aeronautica Militare, il piano di azione siglato nel 2019 ha potuto utilizzare procedure, processi e capacità peculiari dell’ambito militare ma con finalità civili ed in un contesto “operativo” caratterizzato dalla presenza di diverse attori istituzionali. Attraverso l’impiego di diversi assetti della Forza Armata dotati di speciali e sofisticati sensori (Tornado, Eurofighter, AMX e Predator), tale attività ha permesso di rendere disponibili ad altre Istituzioni, come la Protezione Civile ed altre agenzie del territorio, informazioni preziose (tra cui anche indicatori e trend), determinanti nelle attività di comprensione dei fenomeni in esame.
Anche il Col. De Angelis, in riferimento ai risultati ottenuti con il piano di azione, ha espresso la sua soddisfazione: “Quello della tutela ambientale è stato il primo esperimento condotto con successo di piena integrazione fra capacità militari e civili. I risultati presentati oggi sono il frutto di oltre due anni di attività sperimentale; fino ad oggi abbiamo supportato l’attività con circa 65 ore di volo di assetti pilotati, 30 ore di attività di stazionamento con velivolo a pilotaggio remoto, 100 ore dedicate ai processi della catena di C2 (Comando e Controllo), 45 ore di analisi in Full Motion Video e 500 ore di analisi fotografica da parte degli operatori.
Il fatto che le operazioni militari abbiano a che fare con comportamenti umani di natura bellica – ha continuato – ci ha fatto immaginare che queste competenze potessero essere utili anche ad altri attori istituzionali che si confrontano con le conseguenze, dirette o indirette, di comportamenti umani. Si è generata così questa collaborazione dove degli esperti di domini diversi dal nostro ci hanno aiutato a indirizzare le nostra attività di raccolta e analisi delle immagini verso le esigenze conoscitive di altre Istituzioni che hanno differenti compiti sul territorio.”
L’Ing. Curcio infine, non potendo partecipare a causa di impegni di lavoro prioritari, collegandosi in diretta durante l’evento ha così espresso la sua gratitudine per quanto fatto e dimostrato nel corso della giornata: “Quanto visto in Accademia Aeronautica non è un traguardo ma l’inizio di un percorso complesso e ambizioso che potrà essere utile in diversi contesti operativi/Inter-agenzia. Mettere insieme le sinergie tra le capacità militari dell’Aeronautica e le esigenze del mondo civile è necessario se vogliamo ottimizzare le risorse e rendere un servizio completo al Paese“.
La dimostrazione live
Ha concluso l’evento una dimostrazione live con l’impiego di diverse capacità impegnate a fronteggiare una situazione di criticità ambientale ricreata in un sito appositamente allestito in loco. I risultati delle analisi dei prodotti inviati dalle piattaforme aeree sono stati proiettati real-time su tre maxi schermi posizionati nella palestra dell’Accademia, resa per l’occasione una vera e propria sala operativa allestita e approntata dal Reparto Gestione e Innovazione Sistemi di Comando e Controllo. Il Re.G.I.S.C.C. è il reparto dell’Aeronautica Militare, dipendente dalla 3^ Divisione del Comando Logistico, che assicura la gestione dei sistemi di supporto alle funzioni di Comando e Controllo (C2) e C4-ISR della Forza Armata. Particolarmente significativa la partecipazione all’esercitazione di un aeromobile a pilotaggio remoto Predator del 28° gruppo volo del 32° Stormo di Amendola che ha trasmesso lo streaming live alla sala operativa.
All’attività del Predator è seguita quella complementare effettuata con un piccolo drone, pilotato dai frequentatori dell’Accademia, ed un laboratorio mobile dell’Università Parthenope che svolgendo attività di proximal sensing ed in-situ, hanno permesso una completa caratterizzazione del sito, completandone il flusso informativo di analisi.
Fondamentale infine, per la gestione dell’evento di oggi, le linee guida fornite dal Comando Operazioni Aerospaziali (COA) di Poggio Renatico (FE). Nell’ambito delle attività di concorso ad altri dicasteri infatti, il COA, in qualità di Comando della Componente Aerea, ha la responsabilità operativa dell’attività di ISR dell’AM e contribuisce al contrasto del fenomeno della “Terra dei Fuochi” attraverso attività che, a valle di un’esigenza di supporto veicolata dal Ministero dell’Ambiente, si estrinsecano nella verifica di disponibilità di assetti e sensori ISR, nell’emissione di un “ordine di missione” (Air Task Order), nel controllo in tempo reale della corretta esecuzione della missione e nel riporto informativo in esito alla stessa. Inoltre, di enorme valore aggiunto è stato il contributo del CIGA/Gr.AIO di Pratica di Mare per l’analisi delle immagini provenienti dagli assetti, analizzate dal Prof. Lega coadiuvato anche in questo caso da frequentatori dell’Istituto, destinati alla Specializzazione nell’ambito dell’ “Informazione e Sicurezza”.
L’Accademia Aeronautica, i frequentatori e le Unità Addestrative
La pandemia non ha fermato il processo formativo dell’Accademia Aeronautica, in un certo senso è stato anche motivo di crescita e di miglioramento per il massimo istituto di formazione dell’Aeronautica Militare.
Nel suo intervento introduttivo il Comandante dell’Accademia Aeronautica, Generale di Brigata Aerea Paolo Tarantino, ha voluto sottolineare come, nel processo evolutivo e di trasformazione del piano formativo dell’Accademia, si sia presa “consapevolezza di quanto le nuove generazioni siano diverse da quelle del passato e di quanto sia importante sfruttare e stimolare le competenze dei comandanti di domani. Il nostro compito è quello di ispirare e guidare, con visione strategica, il prezioso potenziale di questi ragazzi”.
Proprio in tale ottica sono state costituite delle Unità Addestrative, ovvero gruppi di lavoro trasversali (tra Classi e Ruoli/Corpi di appartenenza), composti da frequentatori dell’Accademia Aeronautica, che volontariamente in maniera del tutto innovativa, si pongono l’obiettivo di sviluppare idee, progetti e vettori che possano soddisfare reali esigenze della Forza Armata.
Per l’evento di lunedì, in particolare, l’Unità Addestrativa dal nome Drones Academy Research Team (DART), ha approfondito le proprie conoscenze in ambito dronico affiancata da specialisti del settore provenienti dai Reparti di ricerca e sviluppo dell’Aeronautica Militare (Centro di Eccellenza per Aeromobili a Pilotaggio Remoto (APR) di Amendola), di EASA, ARMAEREO, dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, del Politecnico di Torino, del Centro Nazionale di Ricerca (CNR) e da numerosi players industriali specializzati nel settore degli APR come ad esempio la società Leonardo S.p.A..
Degni di nota i due progetti primari sui quali i frequentatori dell’Unità DART si stanno cimentando: il BLACK OPS, consistente nella realizzazione di un drone “commissionato”, nella scelta dei requisiti, dal 17° Stormo Incursori di Furbara; e ITALO, che si pone di studiare e sviluppare un velivolo a pilotaggio remoto dotato di un’elevata autonomia grazie all’uso di energia solare.
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